Il caso Alessandro Colombo: colpevole o innocente?

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Il 15 giugno 2014 il cavallo SAM, montato da Alessandro Colombo, cavaliere di salto ostacoli, è stato ritrovato positivo alla Flufenazina, sostanza rientrante nelle proibite dal regolamento FEI. Il misfatto si è verificato durante il Circuito Classico + A5* in San Giovanni in Marignano (RN), dove Colombo montava il cavallo nella categoria C145.

A seguito delle verifiche del caso, il tribunale FISE ha deciso di appiedare il cavaliere per due anni, nonostante questo si fosse difeso tramite il suo avvocato, ritenendosi non colpevole e spiegando che la somministrazione di Flufenazina era avvenuta fino a 90 giorni prima del prelievo della stessa dall’urina del cavallo, prelievo avvenuto durante il concorso di San Giovanni in Marignano. Secondo quanto sostenuto dal cavaliere, SAM sarebbe giunto sotto la sua gestione già positivo alla sostanza dopante, senza che lui ne fosse a conoscenza.

Le motivazioni avanzate da Colombo come difesa non sono bastate ad evitargli la pena, in quanto la FISE, basandosi sulla normativa EAD FISE (cfr. artt. 2.1.1 e 2.2.1), ha decretato irrilevante la data di esposizione e somministrazione della sostanza proibita al cavallo in assenza di prove contrarie. Per esonerarsi dalla responsabilità Colombo avrebbe potuto dimostrare il caso fortuito, la somministrazione clandestina e contro sua volontà o richiedere delle analisi antidoping all’arrivo del cavallo in scuderia, se non un certificato attestante le condizioni di SAM al suo ex proprietario, secondo quanto esposto negli atti del tribunale FISE.

Questi i fatti. Ora, l’articolo non vuole essere un mero resoconto della vicenda, anche perché lo scritto ufficiale del tribunale è reperibile pubblicamente, quanto uno spunto per una riflessione sulla linea sottile che separa lo status di colpevole da innocente. Alessandro Colombo si è dichiarato innocente e non sta a noi giudicarlo e a posteriori è sempre facile dare consigli, però forse possiamo permetterci di dire che quando ci si ritrova a dover accogliere un nuovo cavallo presso la propria scuderia o quantomeno a doverlo montare in gara, dovrebbe essere buona norma effettuare tutti i controlli del caso per cercare di tutelarsi il più possibile.

Passiamo a voi la palla: cosa ne pensate di questa vicenda?

 

Autore: Cecilia Casadei

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