Federico Roman: candidatura indipendente per le prossime Elezioni

0 di Vi

Federico Roman si candida come rappresentante dei tecnici nel nuovo consiglio federale che nascerà il prossimo 23 gennaio.

Mi candido per l’elezione al Consiglio della Federazione Italiana Sport Equestri del prossimo 23 gennaio, quale Rappresentante dei Tecnici, al di fuori delle candidature a Presidente e degli schieramenti politici. Questo non significa non avere ed aver avuto contatti, scambi di idee e punti di riferimento sul territorio nazionale. Significa non accettare il vecchio schema del voto di scambio, che comunque sarei inadatto a praticare e che ha via via svilito due elementi fondanti dello Sport positivo: meritocrazia e finalità di alto livello sociale e formativo.”
Esordisce così, con la nota pubblicata sulla pagina Facebook “Equitazione2020”, Federico Roman: annunciando la sua candidatura come rappresentante dei tecnici del consiglio federale in occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del direttivo della FISE in programma a Milano il giorno 23 gennaio.
“Se non verrò eletto, riconoscerò semplicemente che la visione del mondo sportivo che apprezzo è in ritardo, o forse in anticipo, col mondo attuale e continuerò a dedicarmi con maggior calma ai miei allievi, alla mia famiglia ed alla mia barca .
Se venissi eletto invece, cercherò di mantenere viva la voce dello Sport e di insistere perchè le buone idee ed i buoni propositi di ogni campagna elettorale non vengano appiattiti sotto la pressione degli interessi di modesto calibro che da decenni frenano la crescita della nostra Equitazione. Inutile che elenchi attraenti e difficilmente realizzabili progetti.”

Credo semplicemente di essere stato da 40 anni attento osservatore ed a periodi attore molto vicino ai meccanismi federali e di avere quindi la possibilità di aiutare chi dovrà dirigere la Federazione nei prossimi anni, a non ripetere esperimenti ed errori già fatti più volte.”

RomanNato nel 1952, è stato uno dei più grandi cavalieri italiani della disciplina del completo. Vanta la partecipazione a tre Olimpiadi e la medaglia d’oro individuale e d’argento a squadre a Mosca 1980.
Successivamente è divenuto tecnico e allenatore di numerosi cavalieri italiani di alto livello tra i quali i suoi due figli Pietro e Luca, entrambi in squadra nelle scorse Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016.
Il suo rapporto con la FISE è sempre stato vissuto con assoluta sincerità, spesso scomoda: per questo, da cavaliere, è stato allontanato dalla squadra azzurra per un certo periodo e poi ha avuto altri contrasti più o meno sentiti.
L’ultimo è accaduto di recente, e si è concluso con le sue dimissioni dalla commissione FISE dedicata alla formazione dei giovani talenti.

“Ho ancora voglia di spingere il nostro mondo sportivo soprattutto sul piano del riordino tecnico, a partire dagli indirizzi studiati dalla Commissione Formazione ed approvati dallo scorso Consiglio nel luglio 2015, ma totalmente poi disattesi nella realizzazione concreta, con spreco di risorse, passione ed occasioni difficili da ripetere.”

“Ho ancora voglia di immaginare il recupero moderno dei cardini di una buona Equitazione Italiana, che vede a mio avviso la Federazione responsabile e molto influente nelle fasi iniziali dell’apprendimento e dell’impostazione a cavallo ed intorno al cavallo. Sul terreno ed in parallelo è il momento di far uscire la formazione degli Istruttori dall’ attuale meccanismo che genera reddito per la FISE, a prescindere dalla sua efficacia nel dare conoscenza e professionalità. Su questo piano l’Associazione degli Istruttori può diventare elemento utile ed importante.” – continua a scrivere – “Vorrei anche veder riconosciuto , apprezzato e rispettato in tutti i livelli e nelle varie discipline il grande movimento sportivo nazionale , che è cosa diversa dall’ apparato federale, e che cammina spinto dalle risorse e dalla passione di migliaia di cavalieri, genitori, Istruttori, Tecnici , dilettanti e professionisti, prima ed a volte senza la Federazione. La Federazione può intervenire dove questo movimento è insufficiente per cultura ed esperienza, anche rivedendo i meccanismi costruiti nei decenni che hanno creato e rischiano di continuare a creare queste carenze, e sopportando il peso e la scomodità dei “no” costruttivi.”
“Vorrei che fosse riconosciuto patrimonio comune il condividere il responso della onesta competizione, anche quando dopo tanta fatica ed impegno non arriva allo sperato traguardo sportivo, nella visione di uno Sport che è miglioramento di se stessi e rispetto delle capacità dell’avversario con unità di intenti e di sentimenti tra praticanti e dirigenti.
Vorrei infine che, insito nel massimo impegno per il risultato agonistico, venisse maggiormente considerata l’importanza educativa e sociale dello Sport . Su questo piano lo sport con il cavallo avrebbe molti argomenti a proprio vantaggio, che possono diventare leva di crescita e di diffusione contro l’appiattimento verso la coccarda ad ogni costo. (Che vuol dire anche crescita cosciente, nei tempi giusti, meritata, solida e verso il più alto traguardo possibile!)”
foto: facebook