Manca poco all’inizio del GCT, e sono tante le polemiche in corso con la FEI…

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“Il futuro è alle porte e sarà diverso” esordisce Frank McCourt, co-proprietario del Longines Global Champions Tour e co-fondatore della Global Champions League.

Queste parole riassumono alla perfezione quanto accaduto e quanto stabilito nella giornata di martedì 14 marzo a alla riunione che si è tenuta presso le strutture di Valkenswaard e che ha visto tre pilastri decidere delle sorti del GCT e della GCL.

Jan Tops, Frank McCourt ed il Presidente della FEI Ingmar de Vos si sono riuniti per celebrare l’inizio della stagione 2017  del Global Champions Tour.
Quest’anno avremo 15 eventi nel Longines Global Champions Tour” ha detto Jan Tops sul tour che quest’anno prende il via in Messico. “L’anno scorso abbiamo iniziato con 12 squadre in Global Champions League e quest’anno ne avremo 18, credo che questo sia fantastico. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di essere innovativi e di emozionare”.

Il modo in cui la FEI ed i vertici del GCT abbiano trovato degli accordi, è sicuramente fonte di numerose domande. Soprattutto se teniamo conto della lunga battaglia legale che si è svolta.
Tuttavia, il Presidente della FEI Ingmar de Vos stesso ha detto che “Bisogna guardare al futuro. Il GCT starà alle regole della FEI. I cavalli non verranno sforzati in modo eccessivo e non ci saranno delle pay-card. Inoltre, bisognerà rivedere anche il codice di abbigliamento nel prossimi mesi.”

“Il concetto di squadre sponsorizzate non è una novità, è consentito ed è riconosciuto nelle regole della FEI. Noi siamo l’organo di governo, e le nostre relazioni sono stabilite nel memorandum con molti dei nostri partner. Questo non è altro che quello che abbiamo fatto solo con il LGCT / GCL. Questi documenti sono riservati perché sono accordi tra due corpi, ma non c’è niente di speciale. L’accordo che abbiamo firmato con il LGCT / GCL va oltre eventuali altri accordi che abbiamo con altri partner. Non ci sono segreti e siamo sempre pronti a risponde alle domande “, ha continuato De Vos.

“Credo che sia più un equivoco dato da una mancanza di comunicazione. A volte è molto difficile trovare il momento giusto per comunicare con tutti subito… tuttavia siamo aperti e trasparenti. Abbiamo un incontro con il Jumping Riders Club International (IJRC) e la Federazione Equestre europea (EEF) nelle prossime settimane al fine di chiarire alcune cose. I commenti sulla democrazia della nostra Federazione mi hanno fatto male, perché da quando sono arrivato alla FEI, abbiamo cercato di fare del nostro meglio.”

Come si potrà far in modo che, attuando le norme rese note negli ultimi giorni, il GCT non vada a oltrepassare i circuiti di World Cup e Nations Cup della FEI, in quanto a importanza?

Jan Tops non vede alcun problema, possono coesistere senza problemi tutti i circuiti. Eppure, il Presidente della FEI ha voluto fare in modo che il circuito ideato da Tops andasse a sottostare alle regole della FEI, pur essendo un organo a parte.
Inutile dire che le domande crescono sempre più, in base a quanto le risposte non siano mai mirate, ma girino piuttosto attorno al vero nocciolo della questione.

Se i circuiti della FEI sono la priorità, perché accanirsi nel voler aumentare le tasse di iscrizione agli eventi internazionali? Perché continuare a dire che ogni scelta fatta è stata fatta per il futuro della disciplina, quando ci sono i cavalieri letteralmente in rivolta contro la FEI? Che ci siano dei dissapori è noto a tutti, ancora dalla scorsa Assemblea Generale della FEI.

Sembra mancare la comunicazione tra Federazione e cavalieri. Perché ignorare coloro che sono i tasselli fondamentali dello sport? Perché agire alle loro spalle e tacendo delle informazioni importanti fino all’ultimo minuto?

De Vos stesso, ha detto che negli ultimi anni si è fatto molto per migliorare il sistema di inviti. Eppure, ridurne il numero non sembra essere un’idea approvata dai diretti interessati.

Jan Tops, d’altro canto, sembra continuare a vedere il GCT come un circuito in continua crescita costante. Ed è vero. Inoltre, Frank McCourt non proviene da questo ambiente. Il loro accordo funziona perché sono due facce della stessa medaglia: Tops sa e conosce questo sport, McCourt conosce quanto basta per capire come devono funzionare delle determinare dinamiche.
Per questo la loro collaborazione ha successo!

Due prospettive diverse che coesistono per un obbiettivo comune.

Dovrebbe essere sempre così. Eppure, il malcontento dei cavalieri verso la FEI sembra far chiaramente capire che qualcosa si è rotto quasi del tutto.

Come hanno giustamente fatto notare atleti come Ludger Beerbaum, Steve Guerdat, Kevin Staut sul video che sta diventando virale su Facebook, grazie alla pagina HorseCooper ed insieme all’hashtag #Notoarmonizing, se verranno aumentate le tasse di iscrizione agli eventi, buona parte delle scuderie non potrebbe continuare ad esistere, così come le collaborazioni tra cavalieri, sponsor e proprietari.
Senza contare i giovani esordienti che non potrebbero più iniziare una carriera a causa dei costi troppo alti.

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Riguardando tutto questo, possiamo sperare che la situazione si risolva, e che si riesca a trovare un accordo durante i prossimi incontri.

Nel frattempo, con possiamo fare a meno di chiederci “Che cosa sta succedendo? Dove ci porterà, tutto questo?”

Fonte/Foto: WoSJ/Equnews/Facebook