Caluso: orrore senza fine

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Nella giornata di ieri, La Stampa ha pubblicato un video dove si può vedere l’istruttore/stalliere della scuderia di Caluso, Giovanni Santi, raccontare l’accaduto e le conseguenze.

Nella giornata di martedì, i carabinieri della compagnia di Chivasso (Torino) hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di Ivrea, nei confronti di Salvatore Carvelli e Camilla Cassina, 63 e 29 anni, considerati responsabili di lesioni gravi, sequestro di persona ed estorsione tentata.
Gli arresti sono avvenuti in collaborazione il personale del Nucleo investigativo di Polizia Ambientale e Forestale dei Carabinieri di Torino.

La mattina dopo il blitz delle Guardie Zoofile Agriambiente di Torino, Giovanni Santi si è ritrovato a testa in giù, legato a mani e piedi, appeso ad una corda e con un braccio rotto, nonostante non fosse stato lui ad avvisare la troupe di Striscia e le Guardie Zoofile.

“L’uomo ha preso dei forbicioni enormi e ha tentato di tagliarmi le dita mentre ero appeso. Poi me lo ha puntato sul petto e mi ha gridato: ‘Ora ti sbudello come un capretto’. Mi sono detto: ‘Qui è arrivata la mia ora’. Ero convinto di non rivedere più mio figlio e mia moglie. Perché lui diceva a lei: ‘Prendiamo lo scavatore, lo seppelliamo. La macchina la nascondiamo da qualche parte e gli diamo fuoco“.

Salvatore degli dice:  «Ci serve una tua deposizione, scritta. Devi dire che sei stato tu a chiamare Striscia. Tu a portare nel maneggio i medicinali e tutto quello che hanno portato via i carabinieri. L’hai fatto perché volevi incastrarci. La firmi e chiudiamo questa storia».

Bastonate, torcinaso e quegli stessi strumenti utilizzati sui cavalli, Santi se li è sentiti utilizzare sulla sua persona, prima e dopo aver perso i sensi.
Dopo essere svenuto per le torture, era stato accompagnato in ospedale dove aveva provato a nascondere la verità. «Sono caduto da una scala mentre davo una mano a un amico, nel suo giardino. Sono ancora confuso, non ricordo né il suo nome né dove abita».
I medici non gli hanno, ovviamente, creduto e sono scattate immediatamente le indagini.

Oltre a tutto questo, i forestali dei carabinieri, attualmente, stanno scavando nei terreni in cerca di carcasse. Questo perché i passaporti sequestrati sono più dei 37 cavalli trovati nei box della scuderia. Le indagini portano a un bivio: o gli animali sono morti e sepolti lì, oppure sono stati rivenduti a dei commercianti alimentari.

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Ma come venivano trattati questi animali?

Caluso TO2Secondo quanto riportato e viste le lesioni e gli oggetti, si può dedurre che i cavalli venissero torturati con scosse elettriche, fruste, calci, pugni, getti d’acqua bollente.

Una storia allucinante, fatta di gravi maltrattamenti, che andava avanti da diverso tempo e che è stata portata alla luce da un servizio di Edoardo Stoppa di Striscia La Notizia a seguito di alcune segnalazioni che raccontavano anche di irregolarità nella movimentazione dei cavalli che entravano e uscivano dalla struttura.

Durante il sopralluogo, effettuato a metà febbraio da Stoppa con il supporto delle Guardie Zoofile Ittico Venatorie Ambientali, Caluso TO3Comando Provinciale di Torino, è stata constatata la presenza di circa 60 cavalli, alcuni dei quali con segni di ferite e fiaccature più o meno recenti e di 10 pony. Sono stati rinvenuti diversi strumenti atti a provocare dolore e/o ferite: bastoni contenenti pungoli elettrici e dotati di cavi elettrici e batterie, kit con collari elettrici, 1 teaser, speroni collegati a cavi elettrici, una testiera chiodata.
Nei pressi del tondino di “addestramento” sono stati trovati anche un fucile ad aria compressa e una bottiglia di aceto con alcune garze impregnate.
Inoltre, in un nascondiglio, sono stati trovati molti farmaci veterinari, buona parte dei quali scaduti, e decine di passaporti non appartenenti ad alcuno dei cavalli presenti in scuderia.

Un cavallo e una pony mostravano evidenti segni sul corpo e le loro condizioni erano tali da indurre le Guardie a effettuare un sequestro preventivo per il loro immediato ricovero in clinica.
Infatti già dalla prima visita veterinaria effettuata sul posto era emerso che il cavallo era stato ritrovato nel tondino “con fresche ed ampie abrasioni bilaterali causate dallo sfregamento intenso e continuo dello strumento di lavoro alla corda che al momento del ritrovamento ancora indossava”.
Mentre la pony aveva difficoltà a camminare a causa di una grave zoppia: aveva infatti una profonda ferita a livello del piede, con infezione in corso. Aveva inoltre lesioni acute e sanguinanti nella regione perineale, oltre a cicatrici di vecchia data su tutta la parte posteriore del corpo.

Caluso TO4Il referto della clinica veterinaria dove i cavalli erano stati immediatamente trasferiti, descrive la pony in uno stato di malnutrizione grave, con una zoppia grave sul posteriore destro dovuta a una ferita penetrante e profonda a livello del piede che ha determinato un’infezione diffusa e una lesione del tendine. E poi altre infezioni sulle gambe posteriori, cicatrici sulle gambe, nella zona della vagina e sul muso, quest’ultima con lesione del nervo facciale.
Mentre il cavallo baio, oltre alle ferite ancora sanguinanti, aveva chiari segni di un trauma all’occhio sinistro.

Gli altri cavalli presenti nella struttura apparivano letteralmente terrorizzati dalla presenza umana, rintanandosi nell’angolo del box ogni volta che qualcuno vi si affacciava.

Dalle informazioni raccolte da Stoppa, che ha riportato le relative testimonianze oculari nel servizio andato in onda, sembrerebbeCaluso TO6 che i cavalli venissero torturati con scosse elettriche, picchiati con fruste, spranghe di ferro, catene, sottoposti a violenti getti d’acqua bollente tramite una idropulitrice, lasciati molte ore nel tondino con delle redini che li obbligavano a stare con il collo iperflessoverso il basso. Alcuni cavalli presenti nella struttura presentavano vecchie cicatrici alle gambe, verosimilmente date da “incordatura” e cioè da corde strette sulle articolazioni al punto da provocare traumi o gravi abrasioni.

Come se non bastasse, sembra che in un terreno adiacente possa esserci una fossa comune dove si sospetta siano stati sepolti alcuni cavalli: infatti le ruspe sarebbero al lavoro proprio in questi giorni per verificare. Gli inquirenti stanno anche indagando per verificare se vi siano stati anche casi di macellazione clandestina di cavalli.

Eppure, stando sempre alle informazioni raccolte, sembra che questa persona facesse anche da istruttore di equitazione a dei bambini, facendoli perfino partecipare a gare e concorsi.

IHP e Progetto Islander chiedono adesso con forza che l’allevamento venga chiuso e che tutti i cavalli vengano posti sotto sequestro e portati in luoghi sicuri. Le associazioni auspicano un processo esemplare per un caso di una brutalità inaudita.

Foto/Fonte: Comunicato IHP/Progetto Islander/LaStampa/StrisciaLaNotizia