La visita veterinaria del nostro cavallo!

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Il mondo veterinario è tanto complesso quanto affascinante.

Infatti, sono numerose le insidie che giorno dopo giorno un medico veterinario deve affrontare.

A differenza di quanto si possa pensare è un mestiere che interessa la salute e il benessere dell’ animale, ma non solo. E’ altresì fondamentale il ruolo nella tutela del benessere psico – fisico dell’ uomo.

Per quanto riguarda l’ ippiatra (il veterinario dei cavalli) tutto si sviluppa intorno alla visita clinica formata dall’ esame obiettivo generale e dall’ esame obiettivo particolare.

L’ esame obiettivo generale si compone di una lista di tredici voci che analizzeremo successivamente in modo approfondito, che servono al veterinario per indirizzarsi verso l’ individuazione di una eventuale forma patologica.

Ma cosa fa il veterinario quando arriva in scuderia?

Lo studio dell’ animale comincia osservandolo in libertà, ossia libero all’ interno del box. Successivamente l’ animale viene messo ai due venti e ne viene valutata la struttura, ed è qui che incontriamo ila prima voce:

1.  Segnalamento, raccogliamo dati segnaletici dell’ animale:

  • Specie;
  • Razza. Ci sono alcune malattie che presentano predisposizioni genetiche e quindi di razza;
  • Genere. Patologie che riscontriamo in soggetti di sesso femminile o di sesso maschile;
  • Età. Viene utilizzato come parametro per eseguire diagnosi differenziali (ad esempio in un puledro sarà più facile avere squilibri nutrizionali rispetto ad un cavallo adulto);
  • Uso;
  • Microchip. Serve per identificare l’ animale e lo ritroviamo nel collo.

Possiamo avere animali dolicomorfi (quei soggetti più longilinei, come i purosangue inglesi), brachimorfi (cavallo belga), mesomorfi (murgese).

TPR, brachimorfo:

cavallo murgese, mesomorfo:

purosangue inglese, dolicomorfo:

2) Subito dopo il Veterinario inizia con:

  • Anamnesi. L’ anamnesi è la raccolta di informazioni da parte del proprietario dell’ animale al fine di poter giungere ad una diagnosi, alcune volte con una buona anamnesi si riesce a fare diagnosi, altre volte è un tassello importante di quell’ iter che permette l’ identificazione di una patologia. L’ anamnesi viene valutata su animali che presentano una sintomatologia patologica, le domande che il veterinario pone sono diverse ma tutte molto mirate:
  • Motivo della consultazione, ossia il sintomo principale che il proprietario osserva;
  • Esordio, una patologia può presentarsi in maniera acuta (esordio improvviso) oppure cronico (un animale che cammina male e nel tempo tende a peggiorare).
  • Progressione, la malattia può rimanere stabile nel tempo, migliorare o peggiorare.
  • Risposta alle terapie, in caso di risposta positiva è un segno prognostico positivo.
  • Ambiente di vita, la qualità dell’ aria di una scuderia è fondamentale, è lo stesso motivo per cui viene scelto un truciolo poco polveroso. Il cavallo è molto sensibile alle patologie polmonari.
  • Vaccinazioni, in questa pratica clinica si stressa notevolmente il sistema immunitario esponendo il cavallo a contrarre patologie, tuttavia sono procedure di fondamentale importanza.
  • Alimentazione.
  • Sviluppo scheletrico e costituzione. Soprattutto nei giovani ci possono essere patologie alle ossa che si possono ripercuotere anche nella vita adulta;
  • Stato di nutrizione e tonicità muscolare.Viene valutato lo stato di ingrassamento del cavallo e quindi la rotondità delle sue forme. Questo non significa che più un animale è rotondo più sia sano ma è importante trovare la giusta misura tra eccessivamente grasso ed eccesivamente magro;
  • Stato del sensorio. Un animale che manifesta una patologia, nella stragrande maggioranza dei casi, avrà un alterazione di questa voce, si potrà mostrare depresso, stuporoso o comatoso. Tuttavia possiamo avere alcune patologie che causano nel paziente un aumento dell’ aggressività, quindi non bisogna considerare la depressione come sinonimo di malattia.
  • Segni e atteggiamenti particolari.
  • Mucose. Le mucose sono quelle strutture che vengono valutate dal veterinario e sono importanti negli eventi traumatici, ad esempio quando il cavallo perde molto sangue queste si presenteranno pallide, tuttavia presenteranno alterazioni anche in corso di altre patologie. In linea di massima possiamo affermare che la valutazione di queste strutture è un indice di come i tessuti periferici vengono irrorati. Le mucose di interesse sanitario sono quella gengivale, l’ oculo-congiuntivale, nasale, vaginale/prepuziale. Nell’ esame obiettivo generale valutiamo la gengivale e la oculo congiuntivale.
  • Stato di idratazione. Lo valutiamo sollevando una plica cutanea nel collo, se questa rimane sollevata dopo aver rilasciato la presa l’ animale sarà disidratato.
  • Linfonodi. I linfonodi sono delle strutture fondamentali per la risposta immunitaria di un animale. In essi valutiamo eventuali alterazioni delle dimensioni, la mobilità che hanno ed eventuali alterazioni della temperatura. La presenza di una malattia causerà un aumento dell’ attività di questi. A seconda della malattia che si presenta possiamo avere un aumento di tutti i linfonodi corporei (ad esempio la west nile) oppure solo di una determinata zona (ad esempio nei tumori). Il tumore è un aumento del numero di cellule poiché si sono verificati degli eventi che hanno fatto si che si perdesse il meccanismo di regolazione tra crescita e morte delle cellule. Il tumore, in una fase precoce, interessa una determinata regione, ma non dimentichiamo che questo è un reperto di grande importanza, infatti la malattia può usare queste strutture per diffondersi in tutto l’ organismo.
  • Temperatura. Potremmo avere un animale ipotermico oppure ipertermico (febbre)
  • Polso. La pulsazione che rileviamo in punti diversi a seconda della specie, è importante poiché ci dà informazioni sull’ integrità della struttura cardio – vascolare. È importante sottolineare come ci sia un rapporto intimo tra apparato cardiocircolatorio e renale. Il rene elimina le scorie dell’ organismo che potrebbero determinare alterazioni della fisiologica attivita’ cardiaca. L’apparato respiratorio e’ fondamentale per l’ ossigenazione del sangue ma un alterazione del flusso sanguigno nel polmone può causare un accumulo di liquidi a livello addominale, gastroenterico e nervoso.
  • Respiro. In un animale che ha subito un trauma può esserci rottura del diaframma, a questo consegue una comunicazione tra torace e addome con ripercussioni del respiro.
  • Grandi funzioni organiche. Urina, defeca, si nutre.

Nella maggior parte dei casi queste voci vengono omesse poiche’ nella fase di scambio di informazioni con il proprietario, possiamo focalizzarci direttamente sulla problematica che ha fatto si che il cliente si rivolgesse al veterinario, infatti, soprattutto nel salto, le malattie più frequenti interessano l’ apparato osteo – muscolare.

Questo è quadro di massima, si possono avere anche malattie dell’ apparato vascolare che causano zoppie, ad esempio i tromboemboli o la laminite, che può partire dall’ apparato digerente.

Terminata questa fase primaria il veterinario ha dei reperti medici di fondamentale importanza che lo guideranno verso l’ esame obiettivo particolare. Questo esame è lo studio dei sintomi al fine giungere ad una diagnosi.

Durante la visita veterinaria ci viene chiesto di far muovere il cavallo al trotto.
Anzitutto il trotto è quell’ andatura che presenta delle caratteristiche tali per cui riusciamo a sollecitare maggiormente le strutture di interesse. Nell’ individuazione di una zoppia dobbiamo considerare che il movimento dell’ arto riconosce due momenti:

1. Tempo di appoggio, si suddivide in:

  • Fase di contatto con il suolo, in cui viene sollecitato l’ apparato di ammortamento, quindi parete, suola, fettone, cuscinetto digitale, fibrocartilagini alari, sistema venoso e linfatico;
  • Fase di appoggio sostenitivo, vengono sollecitate le strutture teno – desmiche, è importante osservare come ci sia un avvicinamento del nodello al terreno.
  • Fase di appoggio propulsivo, l’ animale contrae le strutture muscolari, si osserva un allontamento del nodello dal terreno.
  • Fase di levata e stacco, si ha il sollevamento dell’ arto.
  • Tempo di sospensione, la valutazione di quest’ ultimo viene fatta osservando la traiettoria compiuta.

Il fatto che il veterinario ci chieda di trottare sul morbido (ad esempio la sabbia) o sul duro (ad esempio il cemento) ha una valenza clinica molto importante.
Sul terreno morbido vengono sforzati maggiormente i tessuti molli, quindi muscoli e tendini. Sul terreno duro, invece, vengono sforzate maggiormente le strutture ossee. Tuttavia questo non significa che se muoviamo il cavallo su un terreno duro le strutture muscolari non lavorano.

Il lavoro in circolo è molto importante al fine di poter valutare l’ altezza di una zoppia.
In un circolo, l’ arto interno solleciterà le strutture più vicine al suolo, mentre l’ arto esterno solleciterà maggiormente le strutture più alte quindi la spalla, ad esempio.

Terminata questa fase si esegue un esame di palpazione e manipolazione, è fondamentale pulire i piedi del paziente perché solo cosi potremmo rilevare un consumo anomalo della suola che può anche essere dovuto a difetti di conformazione della struttura. Ne viene valutato anche il colore, lo sviluppo di un’ infiammazione (causata da una sobbattitura) comporta un’ alterazione colorimetrica.

La palpazione si serve della sensibilità dell’ operatore, vengono valutate le componenti muscolo – tendinee e quella cutanea principalmente.
Durante questa manualità si presta attenzione a consistenza, dolore, calore, flessibilità delle strutture articolari ed eventuali tumefazioni presenti.

Lo studio si esegue subito sull’ arto ritenuto sano eseguendo la palpazione dall’ alto verso il basso.

Quindi:

  • Spalla;
  • Avambraccio;
  • Carpo, briglia carpica che si rende al flessore profondo a metà del metacarpo, è importante per la distribuzione delle forze;
  • Metacarpo dove vengono valutate strutture tendinee come i flessori (superficiale e profondo, legamento sospensore del nodello)

Di grande importanza è lo studio con la sonda da piede: con questa pinza viene effettuata una pressione in diversi punti del piede e la reazione dolorifica viene evidenziata con una contrazione dell’ arto in esame, tuttavia non tutti gli animali sono uguali, quindi dovremmo sempre confrontare la reazione di quell’ arto con il controlaterale.

Al termine individueremo una zoppia che, in Italia, viene classificata in 4 gradi:

  • Segnatura, zoppia non visibile al passo, osservabile alle andature più sostenute. Si riduce il tempo di appoggio sostenitivo e propulsivo;
  • Zoppia che si rileva in modo lieve al passo, ben visibile al trotto. Minore discesa del nodello nella fase di appoggio sostenitivo;
  • Si caratterizza per il colpo di testa, ossia quando l’ animale poggia l’ arto malato esegue un colpo di testa nel tentativo di spostare il baricentro più indietro. In una zoppia dell’ arto posteriore l’ animale esegue il colpo di groppa.
  • Animale su tre gambe, è una situazione che riscontriamo in processi patologici acuti, ma soprattutto in corso di fratture in cui l’ animale non riesce a caricare il peso.

Possono verificarsi dei casi in cui la zoppia viene diagnosticata con grande difficoltà nonostante l’ uso di diverse metodiche, ecco che in questa fase il veterinario deve avere un sospetto diagnostico, perché sarà ciò che lo guida nella somministrazione di un anestetico locale, la zoppia sarà quindi positiva quando, dopo la somministrazione dell’ anestetico l’ animale non zoppica più.
Il concetto delle anestesie diagnostiche è quello di andare a desensibilizzare un nervo che sensibilizza una determinata zona al fine di verificare che la malattia si sviluppa in un determinato punto.

Sulla base di questa piccola introduzione del mondo della veterinaria, che non vuole essere nulla di formativo, ma una semplice lettura al fine di capire le insidie che si celano dietro il nostro mestiere, si rende quindi evidente come una buona gestione del cavallo sotto ogni aspetto (lavoro a casa, alimentazione, recupero dopo sforzi, ferrature ecc) possa essere la chiave vincente.

Nel credo comune l’ organizzazione di una scuderia sembra qualcosa di banale e futile e molto spesso non ci soffermiamo su alcuni dettagli che possono fare la differenza. Come diceva Leonardo Da Vinci “i dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio.

 

Elaborato da Emanuele Tetta, studente del IV anno della facolta di medicina veterinaria dell’ Alma Mater Studiorum – Universita di Bologna

 

 

 

 

 

 

Foto: wikipedia//unire.it//agraria.org//sienafree.it