Val d’Aveto: puledra uccisa a colpi di fucile

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Puledra uccisa a colpi di fucile: aperta indagine dei carabinieri.

Il fatto è accaduto nel tardo pomeriggio/serata di sabato 16 settembre a Santo Stefano d’Aveto, nella frazione La Villa.

Selvaggia, questo il nome della puledra, è stata colpita per ben due volte su un fianco da due colpi provenienti da un’arma da fuoco.

Inutile il tentativo di fuga oltrepassando lo steccato: la cavalla è deceduta poco dopo essere stata colpita.

A “dare l’allarme” è stato il suo compagno di paddock: Milo. Gli abitanti delle case vicine lo hanno visto girovagare verso le zone abitate per tutta la notte. Probabilmente, cercava aiuto per Selvaggia.

In mattinata, c’è stato bisogno del ragazzo che era solito prendersi cura di questi due cavalli per calmare Milo e lasciare che su Selvaggia venissero fatti dei controlli per determinare le cause del decesso.

A primo impatti, infatti, sembrava essere morta per cause naturali. Poi, è stata girata su un fianco ed è stato possibile apprendere la dura verità: le avevano sparato.

Disperata anche Cecilia, nipote di 7 anni del proprietario e amazzone di Selvaggia. Questa cavalla, infatti, era di proprietà dell’azienda agricola La Ghianda. Il proprietario, Francesco Mazza, non si da pace nel vedere la bambina disperata e racconta «I nostri animali fanno parte della famiglia, hanno tutti un nome, non andiamo a dormire se non sono a posto, abbiamo insomma un legame speciale. Io non so cosa pensare. E nemmeno cosa dire a mia figlia che piange. Già sarebbe stata dura accettare una cosa simile per cause naturali. Figuriamoci così». Triste e dispiaciuto da questa vicenda anche Luca Truffelli, l’altro nipote di Mazza e addetto alla cura dei cavalli: «Selvaggia si chiamava così perché la sua mamma anni fa era scappata e sul monte Aiona si era accoppiata con uno stallone del branco dei cavalli selvaggi dell’Aveto. Le volevamo bene, era un animale docile. È incredibile quello che è successo, assurdo. Cosa dovremmo fare ora? Uscire con il giubbetto antiproiettile e la pettorina fosforescente?. Quello che è successo non ha proprio alcun senso».

Sull’accaduto è attualmente aperta un’indagine dei carabinieri.

L’incidente è l’ipotesi più probabile, tuttavia bisogna tenere conto che bilanciare e tarare il fucile non è una pratica autorizzata nella zona e, quindi, chiunque sia stata dovrà rispondere delle proprie azioni.
Le autorità, nel frattempo, stanno controllando la tipologia delle pallottole utilizzate, nella speranza di risalire presto all’arma e al colpevole.

 

 

Fonte/Foto: Levante