La comunicazione inter – specie è da sempre uno degli argomenti più studiati dagli esperti.
Prendendo l’esempio dei cavalli… viene sempre da chiedersi: “loro ci capiscono?”
Senza dubbio, il legame che si va a formare tra uomo e cavallo, per quanto profondo e reale esso sia, tende a farci umanizzare ulteriormente il loro comportamento facendoci quasi dimenticare che anche se siamo tutti animali, c’è una motivazione se l’uomo viene considerato “l’animale” più intelligente.
Tuttavia, secondo uno studio pubblicato recentemente su Animal Cognition, i cavalli saprebbero effettivamente leggere e comprendere le posture dell’uomo. Infatti, durante questi test, quando questi era in posizione sottomessa, gli equini risultavano essere più propensi ad avvicinarsi e a stabilire un contatto.
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Nell’interazione con altri cavalli e con l’uomo, il cavallo si serve in primis della comunicazione visiva e acustica.
Di conseguenza, da acuto osservatore, il cavallo sfrutta il nostro linguaggio non verbale come fonte principale d’informazione e comunicazione.
Secondo lo studio di Leanne Proops, Amy Smith e Clara Wilson, il cavallo sarebbe capace di comprendere alla perfezione le nostre espressioni facciali e le nostre posture.
Il primo esperimento prevedeva il coinvolgimento di due volontarie di aspetto fisico simile vestite anche allo stesso modo ma con il volto coperto a metà per impedire al cavallo di leggere le loro espressioni.
Durante il primo test, le due hanno dato da mangiare ai circa 40 cavalli presenti. In un secondo momento, hanno assunto in un campo aperto delle posizioni diverse: una più rilassata e l’altra più tesa pur rimanendo vicine.
I cavalli, portati nell’area riservata all’esperimento, dovevano scegliere da chi andare. Senza indugio, la maggior parte di essi si è avvicinata verso la donna in posizione sottomessa.
Di conseguenza, si può intuire che i cavalli riescano effettivamente a leggere le pose delle persone che hanno attorno, assorbendone anche le loro emozioni.
Il secondo esperimento, invece, aveva una durata maggiore: prevedeva, infatti, che i cavalli venissero accompagnati in campo uno alla volta e posti davanti alla stessa scelta. In questa fase, le due donne erano distanziate di qualche metro.
Alla fine, il risultato di questo secondo test ha confermato che una buona parte dei cavalli preferiva volgere la propria attenzione verso la persona che non era in posizione dominante.
Ogni test era gestito in modo tale che per ogni cavallo ci fosse una serie di quattro prove, prive di condizionamenti esterni, in modo da assicurare l’assoluta spontaneità della scelta da parte del cavallo.
Questi risultati sollevano domande interessanti sulla possibile universalità del linguaggio e della comunicazione tra le specie.
Queste informazioni ci aiutano a fare un passo avanti nello studio del linguaggio e della comunicazione fra uomo e cavallo.
Foto/Fonte: FB/repubblica/springer.it/filmweb.no