Artrosi e artrite: conoscete i nemici n°1 dei nostri cavalli?

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Sapevate che problemi articolari come artrosi e artrite sono particolarmente diffusi nei cavalli atleti?

Si parla spesso di artrosi o di artrite, ma sono in pochi coloro che conoscono la differenza tra queste due patologie degenerative delle articolazioni: e voi? Le sapreste riconoscere?

Prima di affrontare queste problematiche, però, bisogna precisare che le articolazioni dei cavalli sono suddivise in tre parti: cartilagine, membrana e fluido sinoviale.

I disturbi iniziano quando la cartilagine che ricopre le estremità delle ossa e che serve ad ammortizzare i movimenti, risulta essere danneggiata, poiché l’osso che ricopre si ritrova a non avere più protezione: quindi, aumentano sia la pressione sui nervi del midollo che il dolore.

L’artrosi è una patologia degenerativa che può insorgere nei cavalli sportivi a causa dei movimenti ripetitivi e costanti previsti dagli allenamenti, provocando quindi stress e usura precoce della cartilagine.

I sintomi sono spesso dolorosi e si manifestano sotto sforzo, diminuendo poi con il riposo. L’artrosi colpisce prevalentemente il nodello, il carpo, il garretto e le articolazioni interfalangee.

L’artrite o DJD (degenerative joint disease), invece, è una patologia infiammatoria autoimmune cronica. 

Viene definita “primitiva” quando la patologia sopraggiunge a seguito di una predisposizione genetica e si riscontra perfino nei puledri. 

E’ detta, invece, “secondaria” quando scaturisce a causa di una situazione preesistente come traumi o sovraccarichi di lavoro. 

L’artrite si sviluppa spesso in modo bilaterale: entrambi i garretti o entrambi i nodelli.

Gli stadi clinici dell’osteoartrite sono quattro.

  • Il primo stadio vede la comparsa dei primi sintomi ma non è possibile percepire alcun restringimento dall’esame radiografico.
  • Il secondo stadio presenta una diminuzione della mobilità articolare ed è associata a dolore articolare. Risulta dall’esame radiografico.
  • Il terzo stadio presenta una limitazione significativa della mobilità articolare. Dalla radiografia è possibile osservare una consistente diminuzione dello spazio articolare.
  • Il quarto stadio presenta la perdita della flessibilità articolare. Lo spazio sinoviale è estremamente ristretto – se non addirittura inesistente – e i capi articolari sono in contatto. Si riscontrano infiammazioni, degenerazioni cistiche e scompensi muscolari.

Conoscere l’artrite – o l’artrosi – è importante per assistere il cavallo che ne soffre, poiché esistono vari modi per gestire al meglio la patologia.

Purtroppo, il trattamento della cartilagine danneggiata è piuttosto difficile: ovvero, non c’è un modo per impedire alla malattia di progredire.

La gestione di una artrite prevede principalmente due modalità: 

  • minimizzare il dolore
  • massimizzare la salute delle articolazioni

Ovviamente, tutto varia in base all’uso che si fa del cavallo, alla sua età e alle sue condizioni fisiche.

Quindi, come si può cercare di far convivere il nostro animale con questi problemi articolari?

Prima di tutto, bisogna monitorare il peso dell’animale: un cavallo in sovrappeso aumenta lo stress sulle articolazioni. 

In secondo luogo, è necessario curare l’alimentazione: deve essere bilanciata in base all’attività del cavallo e, soprattutto, volta a supportare la salute delle sue articolazioni.

L’esercizio fisico è un potente alleato contro l’artrite, purché programmato in modo ragionevole: sono, infatti, vietate le discipline dell’Endurance, del Salto Ostacoli, del Completo e le corse in pista. Anche il terreno svolge un ruolo chiave nel processo di miglioramento: i migliori fondi sono quelli piani, morbidi ed asciutti.

Un po’ di paddock dopo il lavoro può essere sicuramente una soluzione per consentire al cavallo quel continuo movimento che garantisce la mobilità articolare.

Per chi ha occasione di farle praticare al proprio cavallo, inoltre, l’Idroterapia ed il nuoto possono essere utili dopo una lesione traumatica articolare, infatti possono aiutare per ridurre e/o ritardare la tensione nei tessuti infiammati.

Esistono, inoltre, numerosi prodotti, trattamenti (come ad esempio i Trattamenti Termici o le Infiltrazioni dell’articolazione) e nuove tecniche all’avanguardia (che prevedono l’utilizzo di metodi più o meno invasivi) volti a migliorare le condizioni di vita ed il benessere  generale del cavallo.

Tra le novità più recenti spicca la Linea Eq di Salutech Srl, un’azienda specializzata nella ricerca e nell’innovazione nel settore farmaceutico e nutrizionale.

Solo qualche mese fa veniva lanciato Synthesis, ovvero una nuova tipologia di mangime  ideato appositamente per supportare al meglio l’apparato muscolare del cavallo atleta.

Con il tempo, si sono aggiunti alla Linea Eq anche Relaxat, ovvero un mangime che risulta utile nel favorire la riduzione delle reazioni da stress in occasione di intense attività sportive e, più recentemente, Motus.

Motus è un mangime che è stato concepito per favorire il benessere fisico del cavallo atleta nell’ambito scheletrico-articolare.

La sua composizione è particolarmente interessante: Phillantus Emblica (stimola l’organismo a sintetizzare la vitamina C ed il collagene), Shilajit (un rimedio naturale formato da molecole organiche complesse che aumentano la permeabilità cellulare con un effetto disintossicante che favorisce l’assorbimento degli elementi nutrizionali), Estratto di olivo  e Acido Alfa Lipoico (aiuta a combattere i radicali per avere una maggiore sintesi proteica, un maggiore recupero ed una maggiore crescita muscolare). 

Queste, sono tutte materie prime naturali di alta qualità, per un poker di antiossidanti che agiscono in sinergia per stimolare l’organismo a combattere l’infiammazione e l’invecchiamento cellulare.

Come tutte le patologie, l’artrite e l’artrosi vanno curate tempestivamente: prima si inizia e più si ha l’occasione di limitare il danno.
A lungo andare, infatti, non si è in grado di ricostruire completamente la parte danneggiata dell’articolazione. Spesso i danni risultano essere permanenti, anche se ci sono stati casi in cui la malattia è rimasta stabile.

Tuttavia, le nuove scoperte scientifiche e la ricerca sempre attiva mantengono alte le speranze per un futuro in cui queste malattie degenerative potranno essere curate senza decretare la fine della carriera del cavallo atleta.

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