FISE incontra “Cavallo Rosa”: pugno duro contro illeciti, abusi e molestie nello sport.
Si tratta di un messaggio forte e deciso della Federazione per combattere violenze e molestie nel sistema federale e invitare tutti i tesserati a osservare il principio dell’obbligatorietà della denuncia degli illeciti.
Il Presidente federale Marco Di Paola ha recentemente incontrato Lorella Tempia, mamma coraggio che ha denunciato e ottenuto la condanna penale e la radiazione sportiva di un istruttore di equitazione, colpevole di aver abusato dei propri figli, e Lucilla Montanari l’istruttrice che ha subito ritorsioni per aver denunciato un collega poi radiato per abusi su minore.
Il Presidente federale proporra’ a breve in Consiglio federale la strategia della FISE per combattere tali violenze, impegnando la Federazione stessa a istituire uno sportello federale che fornisca – gratuitamente – assistenza legale e psicologica a tutti i tesserati vittime di abusi.
L’obiettivo e’ infondere il coraggio di denunciare il reato. La Federazione intende costituirsi parte civile negli eventuali processi penali per violenza sessuale e abusi su minore e in quelli per detenzione di materiale pedopornografico.
Questi sono gli impegni assunti dal presidente Marco Di Paola durante l’incontro con la delegazione del “Cavallo Rosa”, il gruppo di donne in prima linea contro la pedofilia e gli abusi nella equitazione italiana.
L’incontro, che si e’ svolto alla presenza del Procuratore Federale Anselmo Carlevaro, è durato oltre due ore.
Il Presidente si è impegnato ad estendere anche agli istruttori e tecnici federali la dimostrazione della sussistenza dei requisiti di moralità, già introdotti per i docenti federali con la delibera numero 689 del 2/7/2018.
Durante l’incontro il presidente Di Paola ha chiarito che, come previsto dal Regolamento di Giustizia federale, non sono necessarie sentenze passate in giudicato per irrogare le sanzioni disciplinari, poiché l’azione disciplinare sportiva può agire autonomamente.
Il Presidente, nel ribadire l’obbligo di denuncia da parte di tutti i tesserati, ha posto l’accento sul fatto che la Federazione è rappresentata sul territorio dai Presidenti dei Comitati Regionali che sono anche i garanti della moralità del sistema degli istruttori e tecnici formati dalla Federazione e possono raccogliere sul territorio le segnalazioni che sono obbligati a trasmettere alla Procura Federale.
Il 4 giugno scorso è nata su Facebook una pagina che tratta di argomenti importanti ma spesso lasciati da parte.
Si tratta di “Cavallo Rosa” una pagina volta a denunciare tutti quegli abusi e quelle violenze che, purtroppo, la gente preferisce far finta di non vedere.
L’ambiente equestre, infatti e purtroppo, non è estraneo a violenze di natura sessuale.
“L’orco si confonde, si mescola, mente. E’ aiutato, coperto, protetto. Sorride, come sorride un padre: parla il linguaggio adatto per intrappolare i bambini, i minori, giovani donne e le loro famiglie. Nello sport, nell’equitazione, spesso, ha il volto rassicurante di un istruttore. Gli orchi si nascondono dietro una patina di perbenismo, fanno rete, usano i social come strumento di adescamento, hanno profili coperti, frequentano canali di natura pedopornografica. Distruggono vite innocenti. In tanti casi, a fini di lucro. Attorno a loro il silenzio. Attorno a loro l’omerta’. Attorno a loro la complicita’ di insospettabili. Adesso bisogna fare rumore, adesso si cambia, adesso e’ l’ora di gridare.”
Si apre così il sito web di “Cavallo Rosa“, la cui pagina Facebook ha, da circa due mesi, dato voce a tutte quelle persone che non hanno mai avuto il coraggio di denunciare e/o riportare fatti realmente accaduti e denunce sporte ma che non avevano ottenuto alcuna esposizione mediatica.
Il sapere ed il fingere di non sapere sono uno degli ostacoli più grandi. Perché si finge di non sapere? Perché, alle volte, si è talmente immersi in una realtà da non potersi battere per la giustizia?
Si parla di vite di donne, di ragazze e di bambini che cambiano e che vengono rovinate. Non servono giri di parole, servono fatti e leggi per tutelare le vittime e le persone a rischio.
“E’ solo una pagina, un contributo, forse una goccia nel mare. Ma e’ anche una battaglia per uno sport pulito, limpido, trasparente capace di rispettare le donne, i giovani e le giovani, capace di proteggere e realizzare ogni sogno, senza distruggerlo con la violenza, l’inganno, la disonesta’, la corruzione morale, il degrado etico. Ma soprattutto capace di rispettare le regole, di usare un linguaggio adatto, in grado di difendere i migliori dai peggiori. Il cavallo – per tanti – e’ una favola che pero’ non deve mai trasformarsi in un incubo. Mettiamogli ali robuste per volare, diamo voce a chi non ne ha avuta, poniamo fine al silenzio, opprimente e assordante, facciamo circolare le notizie, parliamo a tutti, soprattutto parliamo allo sport e di sport, quello vero. Per lo sport, contro i lupi. #HorseNotWolf“
Fonte: cs-fise/FB/website