Con i suoi splendidi 51 anni Gianni Govoni è il ‘papà’ della pattuglia azzurra a Jumping Verona 2018
Con i suoi splendidi 51 anni Gianni Govoni è il ‘papà’ della pattuglia azzurra a Jumping Verona 2018.
E’ il veterano al quale ogni cittì della nazionale non rinuncia mai per tre motivi. E’ un serio professionista, una chioccia per i più giovani e uno che non ha mai smesso di sapere come si vince.
I percorsi di Govoni sono per i più giovani una fonte di studio per imparare, per i big un cavaliere da temere sempre. Verona è un appuntamento fisso per il modenese. “Gareggiare in questa arena regala emozioni uniche. Per me questa è la tredicesima volta in Coppa del Mondo a Verona. La location della Fiera è fantastica, la gente ha la possibilità di starti vicina in campo prova e in tribuna ti sa trasmettere una pressione altissima. Fare una grande gara qui, soprattutto se poi si vince, ha per me un sapore speciale perché c’è gente competente, che ama il mondo del cavallo. Fieracavalli è addirittura arrivata alla centoventesima edizione e basta questo per capire molte cose. E poi qui è presente sempre il top dell’equitazione mondiale. Non giriamoci intorno, tutti ci tengono da matti a vincere una gara a Jumping Verona, la concorrenza è spietata, un pò come accade a Piazza di Siena”.
E in questo clima infuocato Govoni ci si muove con una serenità esteriore disarmante, ma con una carica interiore da far paura. “Tutte le volte che sono convocato in azzurro sono ovviamente orgoglioso però per dire sì devo essere certo di stare bene e di avere dei cavalli in grado di fare risultato. Non mi piace vivacchiare, magari togliere il posto a un compagno che ha maggiori chance di me: esserci solo per partecipare non fa per me”.
E il cavallo buono Govoni lo ha ritrovato nel suo Antonio.
“L’infortunio che lo ha tenuto lontano dalle gare tra il 2016 e 2017 è solo un vecchio e brutto ricordo. Lui ha una forza e un carattere straordinario. Non è mai stanco. Prima di saltare con me era in mano a un cavaliere amatoriale e aveva saltato solo ostacoli da 1 metro e 45. A 12 anni può dare ancora molto e vincere”.
Alberto Zorzi e Lorenzo De Luca hanno aperto la strada di cavalieri italiani che lasciano l’Italia per andare a lavorare nelle più prestigiose scuderie europee. Ora tocca a Giacomo Casadei, il ragazzino di 16 anni, ingaggiato da Stephan Conter. Che ne pensa Govoni? “Fanno benissimo. Se avessi parecchi anni di meno non ci penserei due volte a lasciare l’Italia. Ebbi anch’io l’occasione di trasferirmi in Inghilterra o Germania ma restai qui. Un grave errore di gioventù. L’unica alternativa sarebbe quella di acquistare cavalli competitivi, investire su quelli giovani, lavorarci duramente e vincolarli per non farceli portar via da chi può. Ma riconosco che i costi sarebbero altissimi, troppo per l’Italia”.
foto/fonte: JV/foto:fb