Le 5 regole a firma Chiaudani

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Le 5 regole a firma Chiaudani.

Un’Olimpiade, una finale di Coppa del Mondo, una medaglia d’argento individuale e a squadre ai Giochi del Mediterraneo 1997 (Bari), 4 Campionati d’Europa e un argento continentale a squadre 2009 (Windsor).

E’ Natale Chiaudani, piemontese classe 1960.

Il suo è un palmares che vanta talmente tante partecipazioni in Coppe delle Nazioni da non averne la contezza. Possiamo, però, rammentare il suo massimo titolo nazionale, ottenuto ai Campionati Italiani Assoluti 2012.

Chi conosce questo straordinario atleta sa che, oltre ad essere talentuoso, coraggioso e preparato tecnicamente, è un grande appassionato. Per lui, la gara è una delle svariate fasi che compongono la sua vita con i cavalli, quindi vive con la stessa passione la competizione e la quotidianità.

Quando vince, Chiaudani gioisce sempre, sia che si tratti di un Gran Premio di vertice, che di un GP nazionale. La formula è sempre la stessa: esce, passeggia il suo cavallo e condivide con gli amici il traguardo raggiunto dandogli un senso umano, sportivo, e di relazione con il cavallo.

A questo punto, non potevamo non rubargli qualche perla di saggezza, stilando il prontuario a firma Chiaudani: 5 semplici regole che possono rivelarsi preziosi consigli per tutti gli amanti di questo sport.

1 La salute prima di tutto.

Tutto deve puntare a garantire la salute del nostro cavallo: corretta e puntuale mascalcia, controlli veterinari, gestione oculata dell’alimentazione e della nutrizione. Sono elementi fondamentali che il cavaliere, o l’amazzone, deve seguire in prima persona, anche se dispone di un bravissimo groom”.

2 Il benessere mentale e fisico.

La sua vita deve essere varia. Box e lavoro in campo non sono sufficienti a fare felice un cavallo. Lui non apprezza la bella struttura con il legno pitturato, lui ama la natura, il prato, la ricompensa, il dialogo e una giornata ricca di vita. Troppo spesso misuriamo questo pensiero sulla base delle nostre necessità di ordine, di pulizia e di bellezza. Questi sono canoni importanti che, però, non soddisfano il nostro compagno di gara. Vivere 22 ore in box non corrisponde al suo canone di benessere”.

3 Un lavoro in piano perfetto.

Ogni cavallo ha la sua esigenza, ogni cavallo è a sé. Ma tutti i cavalli atleti necessitano di un programma di lavoro ad hoc che ginnastichi il suo corpo e lo alleni – secondo le sue caratteristiche fisiche e psicologiche – in vista di una competizione. Il lavoro in piano è la base da cui non si può prescindere, per ottenere la giusta “messa in mano”. Una giornata di mal lavoro può causare danni e infortuni”.

4 Saltare poco, banditi gli sforzi.

Le sessioni di ginnastica sui cavalletti sono la migliore opzione per collegare il lavoro in piano al salto e capire se si è al punto giusto con l’allenamento. I percorsi a casa devono essere eseguiti su pochi salti e mai generare uno sforzo. Solo così, un cavallo manterrà il morale alto e il cavaliere avrà allenato il suo occhio e il suo orecchio prima di una competizione”.

5 Mai spersonalizzare un cavallo.

Occorre pensare come loro per capirli. Mai sottometterli ma farseli amici. Un cavallo che decide di collaborare è un amico prezioso a tutti i livelli, in una fase del nostro sport che ci sottopone percorsi delicati e tecnici con massima richiesta di conduzione, controllo e velocità. Rispettare un cavallo vuol dire anche questo: essere raffinati e non commettere l’errore di fargli perdere la voglia di essere se stesso. Non basta più il talento, chi non è ippologo non ha chance”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Daniela Cursi

 

 

 

 

 

foto: sassofotografie