“Perché lui era il cavallo di cui mi occupavo ogni giorno da 2 anni e mezzo con passione, sognando un grande sport e che non sarebbe mai dovuto morire. Sicuramente non in queste condizioni.”
Scrive così un amareggiato George Emeric su Facebook riguardo alla tragedia che aveva colpito il suo cavallo durante lo CSIO di San Gallo la scorsa primavera.
Il fuoriclasse francese, durante lo CSIO di San Gallo, aveva perso infatti uno dei suoi migliori soggetti: Step Up de l’Heribus ( Schilling x Jus de Pomme).
Step Up, secondo quanto riportato dai media, era rimasto incastrato con le zampe tra le sbarre del box per oltre due ore e, nonostante l’intervento del veterinario di servizio, nelle giornate successive si era dovuto procedere per l’eutanasia a causa delle ferite riportate da quella che si era rivelata una vera nottata da incubo.
George Emeric si lamenta pubblicamente con lo CSIO e con la FEI per la mancanza di adeguata sicurezza: com’è possibile che il cavaliere fosse stato avvisato soltanto un’ora dopo il ritrovamento del cavallo? Perché non c’è maggiore controllo riguardo alle scuderie? Perché non c’erano sul posto mezzi adeguati per liberarlo subito, e si è dovuto attendere l’arrivo dei Vigili del Fuoco? Perché non c’era l’ambulanza per i cavalli?
Sono tante le domande che George Emeric si pone. Inoltre, il cavaliere fa riaffiorare anche la discussione senza fine riguardo alla sicurezza durante gli eventi: si tratta di cavalli di altissimo livello, perché la FEI non crea delle normative che soddisfino tutte le richieste sulla sicurezza? Già nel 2016 un altro cavallo del team francese era stato soppresso dopo un incidente simile, Kissmy des Vaux HDC. Quanti altri incidenti dovremo vedere, prima che venga stilato un regolamento ad hoc, prima che la Federazione inizi a pretendere la stessa sicurezza per cavalli e cavalieri?
E’ la ricerca di un colpevole, quella di Emeric. Una ricerca che, però, al momento giunge solo alla fine di strade senza uscita, lasciando in un muto silenzio e senza risposte fin troppi interrogativi.
foto: fb