Lo abbiamo visto tutti il video della tedesca Annika Schleu in lacrime, mentre cerca di gestire Saint Boy nel percorso di Salto Ostacoli nel Pantathlon Moderno alle Olimpiadi di Tokyo.
Un video molto triste per una disciplina così antica come il Pentathlon. Perché definire “Equitazione” quello che si è visto ieri a Tokyo è davvero impossibile: tante, troppe cadute, cavalli non al livello di un’Olimpiade e una buona dose di mancanza di empatia e complicità generale tra cavallo e cavaliere.
Certo, è vero anche che cavallo e cavaliere hanno 20 minuti e 5 salti per conoscersi prima di entrare in campo… ma ciò non deve assolutamente giustificare le frustate a cui vari cavalli sono stati sottoposti pur di andare oltre gli ostacoli.
Terribile e molto triste, inoltre, la squalifica dell’allenatrice della squadra tedesca Kim Raisner: da che mondo ci si intromette dall’esterno (andando contro le regole della federazione internazionale del Pentathlon Moderno) per aiutare un’atleta (aiuto di compiacenza)?
Dopo un simile disastro, non basta giustificare dando la colpa ai cavalli, al tempo, al fatto che ci siano altre 4 discipline da praticare per cercare di arrivare a una medaglia: nessun cavallo al mondo merita di essere trattato in questa maniera. Nessuno.
Per il Pentathlon Moderno, in questa Olimpiade, è mancata tutta la base degli sport equestri, quella formata da pazienza, comprensione e rispetto. Ora si può solo sperare che ci siano delle modifiche all’interno di questo sport e che simili scene non si ripetano mai più, né a un’Olimpiade, né ad un evento minore.
L’Italia, comunque, ha visto 4^ l’azzurra Alice Sotero.