Il 29 febbraio nasce la collaborazione fra la scuola di Osteopatia Animale IFOA (EDUCAM) con sede a Roma, e l’associazione ASOM Salto Oltre Il Muro:fondata da Claudio Villa, il quale porta avanti ormai da anni, con grande passione e dedizione, il progetto Cavalli in Carcere, promuovendo il reinserimento sociale di persone in esecuzione di pena attraverso la cura e l’attenzione di cavalli, anche sequestrati alla criminalità, abusati, maltrattati o semplicemente a fine carriera.
Durante questa prima giornata di tirocinio, gli studenti e tutors di osteopatia animale, ospiti in carcere, sono stati messi subito alla prova da un caso clinico, sicuramente molto toccante dal punto di vista emotivo, ed importante, per poter diffondere maggiori informazioni riguardanti gli utilizzi e i metodi dell’osteopatia in campo animale.
Coral, 28 anni, cavallo in pensione sotto la gestione di Claudio Villa da ormai 4 anni, con diverse problematiche muscolo-scheletriche, dovute anche alla lunga carriera in dressage a livello internazionale, e varie patologie dovute all’età avanzata, era da circa due giorni e mezzo coricato per terra, mangiando molto poco. La situazione si era già manifestata nella settimana precedente, ma grazie all’aiuto dei detenuti che avevano imbragato Coral e rialzandolo di peso, il cavallo era tornato alle sue attività giornaliere, ma questa volta sembrava non reagire piu’: occhi velati e poco vigile, bocca semi aperta.. insomma nell’attesa dell’inevitabile, e dell’arrivo del veterinario, l’osteopatia è venuta in aiuto di Coral.
Come spiega Paola Sommaiuolo, docente e direttrice della scuola IFOA: ” Abbiamo optato per un trattamento d’urgenza che rilanciasse il potenziale dell’animale, stimolando il sistema neurovegetativo con tecniche che per gli addetti ai lavori prendono il nome di “stimolazione del flusso longitudinale”, con il concetto di inviare impulsi corti, veloci e ripetuti piu’ volte, in zone strategiche come il sincipite, la colonna vertebrale e il sacro, porte di accesso del sistema neurovegetativo, creando una risposta di “lotta o fuga”, attivando quindi le funzioni metaboliche del corpo, deviando le risorse verso la sopravvivenza.
Ed in effetti l’occhio del cavallo è diventato attento, ha cominciato a seguire con lo sguardo le persone attorno a lui, e ha tentato piu’ volte di alzarsi. La finalità del trattamento non era certo quella di un accanimento nei confronti di un cavallo anziano, ma quella di rilanciare il sistema vitale dell’animale in attesa del veterinario”
Perchè questo è esattamente quello che in generale l’osteopata animale deve saper fare: attraverso un ragionamento specifico e unico, nel senso che è “proprio” della disciplina osteopatica, che sfrutta conoscenze, abilità e competenze peculiari, deve verificare e valutare che il soggetto sia eleggibile al trattamento, altrimenti viene “reindirizzato” al veterinario.
Nel caso di Coral, che il giorno seguente ha intrapreso il suo viaggio verso il cielo, speriamo di averlo accompagnato degnamente alla partenza, avendogli dato un po’ di serenità, e ringraziandolo a modo nostro per quello che sicuramente, durante la sua vita longeva, ha dato agli umani che hanno avuto la fortuna di stargli accanto, come i detenuti e naturalmente Claudio Villa, che lo hanno assistito fino a quando si è spento.
E’ bene ricordare, che l’osteopatia è una medicina complementare: diretta alla promozione della salute, che opera secondo un principio di benessere, e seguendo delle nozioni non integrate nel sistema sanitario nazionale, ne’ proprie della medicina allopatica, ed in nessun caso, l’osteopatia tratta la patologia; anche se utilizza la pratica della medicina manuale, non può essere rilegata ad un mero insieme di tecniche, che per altro, devono sempre essere supportate dalla filosofia e dall’applicazione dei principi olistici di base.
“L’obbiettivo deve essere quello di trovare la salute. Tutti sono capaci di trovare la malattia” A.T. Still, fondatore dell’osteopatia