Il tecnico del settore giovanile, Eric Louradour, si racconta a 360° e presenta una nuova e brillante iniziativa riservata ai giovani:
“Alcuni di voi conoscono un po’ la mia storia equestre, però pochissime persone conoscono la storia della mia vita. Grazie ai cavalli ho trovato la felicità e l’equilibrio, ho elevato il mio livello sociale, ho girato il mondo ed ho conosciuto delle persone fantastiche, andando dal semplice uomo di scuderia ad alcune star dello show business, dalle famiglie reali, alle più importante potenze economiche di questo mondo. Ho imparato tanto da loro sia al livello sociale, che culturale, che psicologico… Ma sono convinto che chi ha permesso tutto ciò, siano state le mie origini e la mia storia di vita.
La famiglia di mia mamma era un’umile famiglia contadina, mentre quella di papà era una famiglia di operai. Lui era il maggiore di 10 fratelli con un padre alcolizzato e violento e proprio perché era il più grande, sentiva il dovere di proteggere tutta la famiglia. Vivevano in 12 in una casa di due stanze e questa famiglia, cresciuta in un tale ambiente, ha creato tanti danni per diverse generazioni: alcuni sono caduti nell’alcolismo, altri nella droga…
Nella mia vita, la sofferenza e la tristezza sono sempre state molto presenti, non solo per la povertà in cui si viveva, ma anche a causa di un evento drammatico che segna fortemente un genitore: la perdita, a seguito di un crudele incidente, di una figlia in tenera età. Evento che porta un genitore a colpevolizzarsi per tutta la vita. Durante una manovra con un camion, mio padre, non accorgendosi della piccola, scappata dalle attenzioni di mia madre, la investi. La vita prosegue, ma per entrambi non sarà più come prima! Due anni dopo il tragico incidente nasce mio fratello che è stato molto amato. Due anni dopo nasco io e 11 mesi dopo di me, una sorella. Anche lei è stata molto amata. Nove anni dopo nascono due gemelle. Penso che, per procreare un bimbo a così pochi mesi della mia nascita, i miei genitori desideravano veramente una figlia. Da questo fatto ed essendo quello di mezzo ho avuto la sensazione di essere un po’ dimenticato e trascurato. Non ho nessun ricordo per esempio di feste di compleanno. È sicuro che essendo nato proprio il giorno dell’anniversario di morte di mia sorella Patrizia, questo non permetteva di festeggiare con allegria. Per mettermi in evidenza divento terribile, litigo con tutti e faccio tante stupidaggini. Da questo momento comincio a isolarmi sognando i modi possibili per farmi voler bene e riuscire a migliorare le mie condizioni di vita. Dall’età di 13 anni ho lavorato tutti i giorni in cui non avevo scuola e durante tutte le vacanze. Da noi si doveva sempre aiutare in casa o lavorare in giro per non dipendere dai genitori.
I miei genitori sono delle persone incredibili e fantastiche! Ci hanno insegnato tanti valori quali il rispetto, il lavoro, la correttezza, la compassione, la tolleranza, il senso della famiglia …
A 15 anni mi iscrivo ad una scuola alberghiera ed è proprio a quest’età che comincio a montare a cavallo. La passione per questo affascinante animale l’avevo scoperta ben prima ma questo sport era riservato ai ricchi. Sono sempre stato attratto dai cavalli. In campagna dai miei nonni, nei prati intorno alla loro cascina c’erano degli asini, dei pony e dei cavalli ma per iniziare a montare ho dovuto aspettare l’incontro con un uomo straordinario. Si chiamava Joseph Solana. Era groom nel centro ippico della piccola città dove viveva la mia famiglia. A 75 anni, tutte le mattine, Joseph puliva con la carriola 25 box e viveva in una vecchia roulotte accanto al centro ippico. Vedendomi sempre appoggiato alla recinzione del campo a osservare la gente che montava o stare delle ore vicino ai cavalli, mi diede la possibilità di partecipare ad uno stage di una settimana per imparare a montare. Per ringraziarlo di questo gesto generoso per una persona non dotata di grandi risorse lo aiutavo a pulire i box.
Dal momento in cui ho iniziato a frequentare regolarmente l’ambiente dei cavalli , la scuola perse sempre più importanza. Pensavo in permanenza ai cavalli e di nascosto saltavo regolarmente il muro della scuola per andare a trovarli. Trascorrendo più tempo in scuderia che a scuola, sono stato espulso. Preferendo la pratica alla teoria ho continuato la mia formazione di cameriere come apprendista in un ristorante. Nonostante fossi molto impegnato, rimanevo attento alle esigenze della famiglia e di chi aveva bisogno. Trascorrevo tanto tempo accanto a mio nonno paterno, costretto a letto a causa di un amputazione delle gambe, e dal nonno materno ormai solo. Andavo da lui regolarmente per fargli da mangiare e pulire la casa. Facevo regolarmente dei regali alla mia mamma, nella quale percepivo sempre la tristezza legata alla morte di mia sorella Patrizia e una certa stanchezza dovendo gestire un po’ tutto da sola, visto che papà lavorava o, essendo appassionato di musica, dedicava tutto il suo tempo libero a dirigere un’orchestra.
Alla fine dei miei 17 anni, la moglie dell’istruttore di equitazione dove avevo imparato a montare riuscì a convincere i miei genitori a lasciarmi lavorare nell’ambiente dei cavalli. Da lì ho cominciato a girare la Francia lavorando in tante scuderie. Pur di imparare, mi accontentavo soltanto di un alloggio e un po’ di soldi per mangiare. Tutti i miei datori di lavoro volevano che stessi a lungo ma preferivo cambiare spesso per imparare il più possibile e da tante persone diverse. In questo periodo di apprendimento ho vissuto otto anni in condizioni terribili. Certa gente approfittava della mia passione e della mia generosità ma ero fortemente determinato. Lavoravo fino ad 17 ore al giorno tenendo sempre in mente i miei obiettivi: migliorare le mie condizioni di vita e diventare un uomo di cavalli.
Dal momento che avevo fatto questa scelta e che ero andato via di casa, non ho mai parlato con la famiglia di miei dubbi o delle mie sofferenze. A loro ho sempre detto che andava tutto bene ma non dimenticherò mai alcuni episodi di questo periodo durissimo, che però mi ha dato tanta esperienza, tanta forza e tanta capacità di adeguarmi a tutte le situazioni. Ho due ricordi molto vivi nella mia memoria. Uno riguarda una sera di Natale. In quel periodo vivevo in una casa prestata, senza riscaldamento, telefono e televisione. Alle 20:30 andai ad una cabina telefonica per fare gli auguri di buon Natale alla mia famiglia. Li sentii tutti felici, uniti e dissi a mia mamma : – Buon Natale a tutti voi e divertitevi. Lei mi rispose – ” grazie bimbo, tu cosa farai questa sera?” – Io andrò da amici che mi hanno invitato e ci divertiremo le dissi. Invece, alle 21 ero già nascosto sotto delle coperte pesanti nel mio letto, in quella casa gelida e piangendo mi facevo tante domande per il mio futuro.
Un’altra volta ricordo di essere arrivato tardi in una nuova scuderia. Ero impeccabile; scarpe lucide, cravatta, pantalone ben stirato… Ero stato educato, dalla mia famiglia ma anche nel lavoro di cameriere, a presentarmi sempre in ordine. Suona il campanello. Alla porta comparve con la bocca ancora piena di cibo il mio nuovo datore di lavoro che mi saluta pulendosi le labbra con la manica della sua camicia. Mi disse poi che non aveva avuto il tempo di preparare la mia camera. Gli risposi che non era un problema, non si doveva preoccupare. Non sapevo però cosa mi stava aspettando! Lo seguii su per una scala che portava al fienile e attraversandolo sentivo tutti i topi che scappavano in giro. In fondo al fienile si trovava il mio nuovo alloggio e quando apri la porta mi trovai di fronte a un cubo di 9mq di cemento. Pavimento, muri e soffitto erano tutti in cemento; c’era una piccola finestra che dava un po’ di luce, un vecchio riscaldamento a gas ed un vecchio materasso tutto bucato e sporco piegato per terra e, come una ciliegina sulla torta, un topo morto… Tolsi la cravatta, presi la scopa e feci un minimo di pulizia generale sistemando anche il materasso al meglio per potere dormire. Anche li avevo lo stomaco vuoto e piansi preoccupato per questo mio futuro così incerto e faticoso.
In tutti questi anni difficili e duri sono andato avanti grazie al mio coraggio, la mia determinazione e grazie anche agli incontri che la vita alle volte può regalare o che uno può provocare. Uno di questi è stato conoscere George Morris. Gli americani negli anni ’80 vincevano tutti i grandi appuntamenti. Lui era il loro capo équipe e uno dei Maestri di equitazione di salto ostacoli più conosciuti al mondo. Grazie a lui ho frequentato da vicino il più alto livello mondiale. Ero il suo assistente e lo accompagnavo con la squadra americana a tutti i più grossi appuntamenti internazionali. Da lì il successo è arrivato e mi ha permesso di essere riconosciuto come un bravo cavaliere, un uomo di cavalli e di elevare il mio livello sociale. Dopo due anni accanto al mio mentore George Morris sono venuto in Italia trascorrendo un bellissimo periodo con tante soddisfazioni e successi.
Nella vita ci sono dei momenti nei quali è fantastico potere contare sull’aiuto di qualcuno! Io da giovane ho dovuto arrangiarmi in tante situazioni difficili e nella mia vita poca gente mi ha regalato qualcosa! A quei pochi che l’hanno fatto, sono sempre stato riconoscente ed a mia volta ho cercato di aiutarli quando era possibile. Ho dedicato fino ad adesso la mia vita ai cavalli, alla mia famiglia, ai miei allievi e clienti, al mio lavoro, a trasmettere e condividere il mio sapere! Grazie all’insegnamento apprezzo la vita e mi sento apprezzato! Trasmettere mi obbliga a ricercare in permanenza per potere sempre dare e sempre di più! “l’uomo intelligente è interessato ed interessante”. La vita è bella e siamo qui per dare se vogliamo ricevere, per migliorare, per crescere. Lo stupido è convinto e grida; il saggio osserva ed ascolta; il ricercatore ha dubbi e parla soltanto con precisione! Oggi sono veramente felice dell’evoluzione della mia vita e di aver raggiunto i miei obiettivi. Ringrazio la FISE per la fiducia e per avermi assegnato questo ruolo di tecnico federale dei giovani! Ho scritto due libri e sto realizzando un DVD. Questo incarico è perfettamente in linea con il mio percorso equestre e la mia scelta di vita. Lavorare con i ragazzi, sensibilizzare queste nuove generazioni sulla buona equitazione e sul buon rapporto da instaurare con i cavalli è fantastico! Forte della mia esperienza desidero aiutare alcuni dei vostri giovani cavalieri talentuosi o proprietari di cavalli.
Oggi ho a cuore un nuovo progetto: con l’accordo della FISE e la collaborazione dell’APICE ho creato un’associazione con diverse iniziative, tra cui istituire un fondo per i giovani cavalieri di talento, che si chiama : TEAM ITALIA GIOVANI
Metto a disposizione la mia professionalità. L’APICE mette a disposizione la propria struttura ed un conto corrente dove versare i fondi raccolti. Tali fondi arriveranno da genitori, appassionati, sponsor, comitati regionali. Le somme raccolte saranno gestite sulla base delle mie indicazioni”
L’UNIONE FA LA FORZA!!! Ho voluto parlarvi della mia vita per farvi capire chi sono e perché ho fatto quello che ho fatto, per aprire il vostro cuore e far capire ai giovane che per riuscire in questo ambiente ci vuole della determinazione, dei valori, dell’etica, della passione ma anche e, soprattutto oggi, una strategia. Partendo da sotto zero io ce l’ho fatta! Con la facilità che hanno oggi i giovani per imparare, (internet, tv tematiche, stage e concorsi di alto livello) possono farcela anche loro! Pero hanno bisogno del nostro appoggio, della nostra esperienza, del nostro aiuto e della nostra generosità per prendere la strada giusta e concretizzare i loro sogni. L’equitazione e una bellissima scuola di vita e un’arte! In Italia ci sono degli artisti di gran talento. Sono convinto che l’Italia possa diventare di nuovo una grande nazione equestre. Non dimenticate che siete voi, con Federico Caprilli, ad aver inventato l’equitazione moderna, e ad aver avuto grandi cavalieri e ambasciatori come i fratelli D’Inzeo, Oppes, Mancinelli, Orlandi…”
” L’amore cresce solo con la condivisione. Puoi riceverne di più per te stesso solo dandone agli altri “
Brian Tracy
OBIETTIVI ED ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE :
- Raccogliere dei fondi per sponsorizzare dei giovani cavalieri per delle trasferte all’estero, per dei corsi di formazione o competizioni.
- Coinvolgere allevatori o proprietari di cavalli, che metteranno a disposizione i propri soggetti migliori, in vista di valutarli al meglio con i migliori cavalieri giovani italiani, affinché vengano valorizzati con i risultati delle competizioni. Mi farò garante del corretto utilizzo dei cavalli affidati ai cavalieri. Il cavallo affidato dovrà essere utilizzato secondo delle regole che ne garantiscano una buona crescita e ne evitino lo sfruttamento. Il proprietario non potrà vendere il soggetto prima del raggiungimento dell’obiettivo sportivo individuato. Successivamente il proprietario sarà libero di vendere il soggetto pur di rinnovare un affidamento per un altro anno di crescita. Verificherò regolarmente le potenzialità di ulteriore crescita del cavallo affidato o valuterò la raggiunta maturazione per una sua vendita non individuando ulteriori margini di crescita professionale del soggetto. Il tutto a tutela del giovane cavaliere del cavallo affidatogli.
- Trovare degli sponsor che possono finanziare i ragazzi oppure il mantenimento o l’acquisto dei cavalli.
- Creare dei gruppi di acquisto proprietari di una o più quote del valore di acquisto del cavallo (100 quote sono il valore intero del soggetto), che potranno poi, quando il soggetto sarà eventualmente venduto, ricevere la propria quota versata, valorizzata dal cavaliere che avrà ottenuto il risultato sportivo che avrà permesso di valorizzare il cavallo. Esempio : caso Jeroen Dubbeldam ; il suo cavallo SFN Zenith appartiene a 80 proprietari.
Contatti:
Eric Louradour
Email: elo.jump@wanadoo.fr
Website www.elojump.com
Conto intestato a Apice ASD – Viale 24 Maggio, 3 21013 Gallarate (VA)
Banca Popolare di Bergamo IBAN IT62N0542850240000000025628
Causale: Team Italia Giovani