Lamaze, Foster e Candele contro il voto della Federazione Canadese

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Federazione Canadese

Quando l’ Assemblea Generale della Federazione Equestre Internazionale (FEI)  ha votato la proposta di modifica del format olimpico a squadre per  Tokyo 2020, la Federazione canadese ha votato “si” insieme alla schiacciante maggioranza.

C’é solo un problema: non era affatto quello che i cavalieri volevano.

Delle 107 federazioni nazionali votanti rappresentate all’ Assemblea Generale FEI lo scorso martedì 22 novembre, solo in 11 hanno votato contro le modifiche proposte. Questi erano: Albania; Bulgaria; Francia; Germania; Lettonia; Lussemburgo; Monaco; Nuova Zelanda; Paesi Bassi; Romania e Svizzera. Grande assente: Canada.

Ora, i cavalieri canadesi Eric Lamaze, Tiffany Foster e Yann Candele, tre membri della squadra di salto ostacoli a Rio, vogliono giustamente capire perché la loro stessa federazione abbia dato un voto che non rappresentava il volere dei suoi cavalieri.

L’attuale n°6 della ranking mondiale e oro olimpico individuale e argento a squadre a Pechino 2008 e bronzo individuale a Rio 2016, Eric Lamaze ha dichiarato “Mentre eravamo a Rio, abbiamo avuto modo di riunirci per parlare di queste modifiche. E’ difficile avere un parere unanime, ma è esattamente quanto è accaduto lì: nessuno voleva un voto a favore. E’ stato, quindi, uno shock vedere il nostro paese con quelli che hanno votato “si”. Accetto il fatto che non è il nostro voto che avrebbe cambiato le cose, ma avevamo preso una decisione e non è stata rispettata. Con il formato corrente abbiamo avuto successo, è un format che va bene su molti livelli… perché cambiare? Sono estremamente deluso, e ritengo che la nostra federazione nazionale non abbia adeguatamente rappresentato e rispettare i desideri dei suoi atleti “.

A rincarare la dose abbiamo Tiffany Foster che conferma “Sia il North American Riders Group che l’ International Jumping Riders Club hanno steso delle raccomandazioni sul non votare a favore della riduzione del numero dei componenti della squadra olimpica. Quello che è importante è che le voci di noi atleti non sono state ascoltate, e che la nostra Federazione è andata contro di noi dopo averci dato l’impressione di aver condiviso la stessa opinione.
Invece, il Canada ha detto che quello che volevamo era il cambiamento, quando in realtà non lo era.
E’ frustrante e estremamente deludente che la nostra Federazione non abbia agito in conformità con ciò che ci si era detti.”

Yann Candele condivide questo sentimento di insoddisfazione generale e afferma “Riteniamo che la nostra voce non sia stata sentita dalla nostra federazione. Abbiamo espresso il nostro parere quando ci è stato chiesto alle Olimpiadi, e il fatto che la nostra Federazione ha votato a favore della proposta si presenta come una completa sorpresa, così come il fatto che non siamo stati nemmeno consultati o informati del cambiamento di posizione della Federazione. Non c’è stata alcuna comunicazione, e non abbiamo idea del perché la nostra stessa federazione abbia agito in questa maniera”

Vale la pena notare che Lamaze, Foster, e Candele hanno rappresentato il Canada in ogni campionato importante a partire dalle Olimpiadi di Londra 2012. Sanno di quello che parlano ed il loro sdegno è più che comprensibile.
Se la Federazione canadese aveva intenzione di non consultare i propri cavalieri, perché allora si è adoperata nell’organizzazione di un meeting a Rio? Perché chiedere la loro volontà se poi non c’era nessuna intenzione di rispettarla?

Stiamo ora a vedere se le loro parole porteranno, quantomeno, una risposta sincera e non una semplice giustificazione.

La proposta di riduzione del numero dei componenti della squadra andrà davanti all’ Ufficio Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per l’approvazione finale.

 

 

Foto: horsenetwork.com