Truffa sventata dalle iene: cavalli mandati al macello senza consenso dei proprietari.
Un mese fa veniva ricoverato in un ospedale di Lucca e poi successivamente trasferito in una clinica milanese il noto conduttore televisivo Nicolò de Devitiis.
Inizialmente, su Facebook aveva solo detto di essere stato aggredito mentre sventava un truffa: “Purtroppo anche questo fa parte del nostro lavoro… prenderle. Ieri a Lucca, nel tardo pomeriggio, in una colluttazione con un “truffatore” toscano, mentre cercava di togliermi il microfono sono caduto male, molto male. Ho sbattuto come un sacco, a peso morto, la schiena sul marciapiede: frattura e avvallamento di due vertebre, D3-D4, per noi non medici diciamo dietro, poco sotto il collo.
Ne avrò per un bel po’ pare..si parla di busto ma ancora non so per quanto, vi terrò aggiornati. Una cosa è certa però… non vedo l’ora di poter tornare sul campo ad indossare questa maglia, la divisa de Le Iene.”
Ma di che cosa si trattasse nello specifico, non lo aveva detto.
Lo abbiamo scoperto nella serata di ieri quando è andata in onda la puntata delle “Iene” intitolata “Che fine fanno questi cavalli?”.
Il giovane conduttore aveva iniziato ad indagare dopo che un agriturismo lo aveva contattato a causa di un insolito problema: i gestori si vedevano chiedere notizie di cavalli che sarebbero dovuti essere da loro quando, in realtà, non lo erano.
Seguendo varie tracce sui social network si era scoperto che, tale Francesco Cacciatore alias Alessandro Tesi, si spacciava come un innocente benefattore che offriva pensione gratuita per tutti quei cavalli che non potevano più essere mantenuti dai proprietari.
Cosa accadeva a questi poveri animali?
Venivano inviati a Casal di Principe, in provincia di Caserta, dove venivano sicuramente macellati e, forse, anche fatti correre in corse clandestine.
Un fatto vergognoso, anche perché il presunto benefattore diceva di portarli in un agriturismo dove veniva praticata l’ippoterapia. Doppio sdegno, quindi, nei confronti di una persona che non solo ha tradito la fiducia di numerosi proprietari che hanno dovuto cedere il proprio cavallo per cause di forza maggiore, ma che si è anche fatto beffe di una branca dell’equitazione molto delicata come l’Ippoterapia.