Nella serata di ieri, domenica 29 ottobre, è giunta al termine l’edizione 2017 di Jumping Verona.
Sicuramente, è stato uno degli eventi più attesi e chiacchierati delle ultime settimane.
Sin da quando erano stati comunicati i nomi dei primi cavalieri convocati, sul web si era scatenato un vero e proprio vespaio tra polemiche, pareri e dichiarazioni di personale più o meno esperto in materia.
Tutto questo perché fino a qualche tempo fa, l’Italia del Salto Ostacoli non brillava di luce propria: eravamo abituati a pochi cavalli ed ai “soliti” nomi di alto livello.
Tuttavia, da un paio di anni a questa parte, un buon numero di azzurri ha iniziato a mettersi in evidenza, a esporsi ed affermarsi nelle varie ranking ed eventi internazionali.
Addentrandoci però nei dettagli di questa edizione, andiamo a rivedere alcuni risultati ottenuti nelle varie giornate di gara.
Nella prima prova, la 145 a fasi, erano andati sui primi due gradini del podio i nostri Filippo Marco Bologni con Quidich de la Chavee e Luca Moneta con Ambra.
Certamente due ottimi risultati, ben accompagnati dall’ 8^ piazza di Claudio Delnevo e Clarico.
Sin dalla fine di questa 145, soprattutto sul web, non sono mancate le critiche dei più attenti: Moneta e Delnevo, inizialmente, non erano nemmeno stati convocati. I due, infatti, hanno potuto presentarsi a Verona soltanto grazie al ritiro avvenuto, negli ultimi giorni prima dell’inizio del CSI5*, di due esponenti del Qatar.
Mentre l’assenza iniziale di Moneta (che comunque non ha potuto prendere parte al GP di domenica) aveva fatto discutere perché è da sempre visto come uno dei pilastri della disciplina, Delnevo aveva fatto notare la sua mancanza in quanto reduce da un’ottima stagione che l’ha visto al 5° posto insieme Clarico ai Campionati Italiani Assoluti, nel team 3° in Nations Cup a Samorin e a titolo individuale allo CSIO di Piazza di Siena e di Linz.
Nella categorie successive, tutti gli altri importanti convocati hanno ingranato le marce, portando l’Italia a mettersi particolarmente in evidenza con la vittoria di Moneta e Neptune Brecourt nella 150 a tempo e tutti gli eccellenti piazzamenti dei vari binomi azzurri.
Mentre l’Italia trionfava nelle categorie di contorno, il Piccolo Gran Premio di sabato aveva generato non poca ansia tra gli appassionati: mentre trionfava la Francia di Simon Delestre, l’unico azzurro ad ottenere un piazzamento è stato Massimiliano Ferrario insieme a Rigoletto della Florida, binomio che di certo non necessita di presentazioni.
Nonostante molti cavalieri fossero scesi in campo con i cavalli che non avrebbero poi presentato domenica in occasione del Gran Premio, veniva da chiedersi come mai quando i nostri rappresentanti non stessero facendo incetta di vittorie e piazzamenti in tutte le categorie.
Ognuno dei convocati, preso nel dettaglio, era infatti reduce da una stagione agonistica davvero eccezionale.
Inoltre, avevamo anche in campo delle giovani promesse, di cui una al suo esordio a Verona: parliamo di Michele Previtali e di Luigi Polesello.
Mentre Polesello aveva già affrontato il campo di Verona, per Michele Previtali (cavaliere più giovane presente) era la prima volta: carico della vittoria ottenuta nel Gran Premio del CSI2* di Wiener Neustadt all’inizio di ottobre e presente nel team Junior vincitore in Nations Cup allo CSIO di Hagen, non ha deluso le aspettative ed ha portato a termine delle buone prove nelle categorie di contorno del 5*.
Anche Luigi Polesello si era ben messo in evidenza fin dalla prima giornata. Reduce come Delnevo dalla 3^ posizione in Coppa delle Nazioni dello CSIO3* di Samorin, presente allo CSIO di Dublino e tra i migliori azzurri al LGCT di Roma (2° miglior azzurro in GP), aveva già affrontato il campo del Pala BMW nel 2014 e nel 2016.
La sua presenza a Verona è stata sicuramente una delle più discusse: infatti, inizialmente, non era stato convocato tra i 9 binomi con accesso al GP. Successivamente, era stato inserito insieme a Roberto Arioldi tra i due convocati senza la partecipazione al GP di Coppa del Mondo. Tuttavia, con l’aggiunta di Moneta e Delnevo, era poi stato ammesso tra i binomi che si sarebbero presentati domenica.
E “per fortuna!” dovremmo dire! Infatti, è stato il primo tra gli italiani ad avere accesso al barrage.
Insieme a Lorenzo De Luca, Alberto Zorzi e Emilio Bicocchi, ci ha fatti sognare nel pomeriggio di ieri.
Come sempre, la tappa di FEI World Cup si è dimostrata essere molto selettiva, ed il percorso di Uliano Vezzani riportava tutte le difficoltà possibili, a partire dalla doppia gabbia gialla e verde che ha causato non pochi problemi anche a cavalieri come Emanuele Gaudiano, che portava sulle spalle il fardello della vittoria nella categoria di apertura della giornata.
Mentre si susseguivano i vari binomi, le tribune della main arena di Jumping Verona erano in religioso silenzio e accompagnavano con rispetto ogni cavaliere che scendeva in campo.
Piccolo neo subito all’inizio della gara: un vero peccato per il ritiro del britannico John Whitaker, alla sua prima (ed apprezzatissima) esperienza a Fieracavalli – Jumping Verona.
Tra gioie e dolori per l’Italia, il jump off ha avuto inizio e con lui si è acceso anche il sogno della prima possibile vittoria italiana in una tappa di Coppa del Mondo veronese.
Purtroppo, però, l’olandese Maikel Van der Vleuten ha portato a termine un percorso indimenticabile, facendo scivolare in 2^ posizione il binomio 9° a Oslo, ovvero Alberto Zorzi con Fair Light van T Heike e in 4^ il nostro formidabile Lorenzo De Luca con Halifax van het Kluizebos.
Nella Top10 anche Emilio Bicocchi con Sassicaia Ares e Luigi Polesello con Panama Tame, rispettivamente 9° e 10°.
Si è quindi conclusa così l’edizione 2017 di Fieracavalli – Jumping Verona: trionfa l’Olanda ma l’Italia c’è, è presente e pronta a continuare a regalarci una stagione indoor da sogno.
Certo, abbiamo sempre il problema del parco cavalli non particolarmente ampio e ricco di conferme, ma possiamo vantare dei cavalieri eccezionali che tutti ci invidiano.
Il nostro è uno sport fatto da binomi, ovvero da un cavallo ed un cavaliere: non dobbiamo dimenticarlo.
Inoltre, strano ma vero, per una volta l’edizione di Fieracavalli si è conclusa con tanta gioia, soddisfazione e poche lamentele: forse significa che noi italiani siamo sulla retta via per imparare a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece che navigare nel pessimismo cosmico che tanto ci piace?