Lo scandalo della Whole food Market [VIDEO]

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Alla fine di Novembre, più di 1000 cavalli selvaggi sono stati rinchiusi e poi rimossi dalle terre federali, quindi di proprietà statale, in Oregon, in una zona chiamata Beatys Butte, per far spazio al business privato di bestiame.

Negli Usa, i cavalli selvaggi sono federalmente protetti dall’essere cacciati, intrappolati, uccisi o perseguitati; eppure il governo, su richiesta di un fornitore di manzo all’ingrosso e allevatori di altri bovini, ha rimosso oltre 1000 cavalli dal loro habitat naturale, per fare spazio a 1700 mucche.

Gli allevatori hanno permesso il pascolo del bestiame nelle zone pubbliche, che erano però state assegnate al mantenimento e alla salvaguardia dell’habitat dei mustang. Il grosso problema è che il bestiame compete con gli equini, per le risorse già scarse in quella zona, portando erosione del suolo, desertificazione ed inquinamento delle acque. Il Bureau of Land Management, agenzia incaricata di gestire le terre pubbliche, rimuove sistematicamente cavalli selvaggi e asini, per fare ulteriore spazio al bestiame ai fini commerciali e pecore.

Gli appaltatori utilizzano elicotteri a bassa quota per cacciare, terrorizzare e convogliare i mustung selvaggi verso delle trappole sparse per uno spazio recintato di 10 miglia. Le fattrici vengono separate dalla loro progenie, gli stalloni separati dalle fattrici: tutta la struttura familiare va in frantumi.

Il Bureau of Land Management fa “uso liberale” della politica di eutanasia su cavalli con difetti fisici di vario genere, includendo gli esemplari adulti che erano riusciti a prosperare e ad adattarsi per anni nel loro ambiente. Molti cavalli, cercando disperatamente di riunirsi con le loro famiglie, sono morti con il collo fratturato nelle recinzioni, durante i tentativi di poter stare di nuovo tutti insieme.

Durante l’ultima retata del 23 Novembre, 16 sono stati i cavalli morti; infinite le sofferenze di gambe e costole rotte.

La presenza di allevamenti di bovini e ovini, su terreni pubblici, distrugge totalmente le famiglie degli equini, e li priva della loro libertà. Vengono spediti in strutture di detenzione federale, nei fatti delle vere e proprie prigioni per cavalli selvaggi, i quali hanno commesso l’unico crimine di vivere in un paese che da molta più importanza agli interessi degli allevamenti intensivi a fine commerciale, che alla fauna selvatica.

La Whole Foods Market, catena che produce carne, si vanta di avere i più alti livelli di approvvigionamento alimentare, ma a scapito del cavalli selvaggi che hanno vissuto per generazioni sul suolo federale, stanziato su 400,000 acri; purtroppo solo 100 dei cavalli selvaggi nativi di queste terre, vi rimarranno.

Filmato da Wild Horse Preservation, campagna americana contro il rastrellamento a Beatys Butte, mostra un puledro che cerca disperatamente di rimanere con il suo branco, ma è troppo lento, e perde la sua famiglia. I mandriani lo circondano e gli mettono una corda al collo, ma il piccolo puledro lotta, ed è terrificato come si sente dalle urla. Viene violentemente buttato a terra e legato in modo che non possa muoversi; dopo alcuni minuti viene fatto scivolare sotto le barriere, e infilato nel recinto affollato.

La Whole Foods pubblicizza molto lo sforzo verso un approvvigionamento etico di cibo, ma non c’è nulla di etico nel modo in cui i cavalli selvaggi e la fauna selvatica, vengano spazzati via per far posto agli erbivori privati.

F.D