Cavalli e cammelli in condizioni disumane per trasportare i turisti

0 di Vi

L’ultima indagine di PETA Asia ha rivelato gli orribili abusi subiti da numerosi cavalli e cammelli in Egitto.

Questi, sono costretti a trasportare i visitatori sulle loro spalle o in carrozza nei siti turistici più importanti, sotto il sole cocente, senza cibo né acqua e senza alcuna possibilità di riposare all’ombra.

Turisti provenienti da tutto il mondo si riversano costantemente in Egitto per ammirare la Grande Piramide di Giza, una delle Sette Meraviglie del Mondo, l’antica sepoltura di Saqqara e le tombe reali di Luxor.

Tuttavia, questi splendidi siti hanno anche un lato più violento e crudele.

Nel famigerato Birqash Camel Market, che fornisce cammelli ad alcuni dei luoghi turistici, gli animali vengono ripetutamente colpiti con bastoni, tenuti legati sotto il sole cocente senza acqua, cibo e senza mai avere la possibilità di riposare in luoghi freschi e riparati dal sole.

Una situazione a dir poco vergognosa: non è possibile che nel 2019 ci siano degli animali trattati come schiavi solo per il mero guadagno di persone che vogliono accontentare i turisti (ignari o che fingono di non vedere la realtà di queste situazioni) che vogliono visitare alcune zone in modo “pittoresco”.

Cavalli magrissimi che trascinano a fatica dei calessi lungo le strade asfaltate, scivolando e cadendo a terra. Cammelli legati, picchiati e malnutriti.
Ferite aperte, infette. Animali che zoppicano e che arrancano giorno dopo giorno fino al raggiungimento del loro limite: ecco come vengono trattati, ingiustamente, troppi esseri viventi per le strade delle zone più turistiche d’Egitto.

Forse, in quanto esseri umani, dovremmo iniziare a chiederci se davvero una  giro in carrozza e delle foto su dei cammelli valgono davvero la pena di tanta sofferenza. Come può la gente restare indifferente davanti a dei cavalli ricoperti di cicatrici e/o ferite aperte? Davanti a cammelli che stramazzano a terra senza forze? Davanti a carrozze piene trainate a mezzogiorno lungo strade asfaltate in un clima particolarmente torrido? Non si fa di tutta l’erba un fascio, certo, ma dovremmo davvero iniziare a farci tutti un esame di coscienza. Se i turisti per primi la smettessero di pagare per certi servizi, forse tutte queste atrocità scomparirebbero.

I terribili abusi che questi animali sono costretti a subire ogni giorno devono essere quindi fermati: l’indagine di PETA ha come obbiettivo il porre fine a queste ingiustizie. E voi? Cosa ne pensate? Avete mai assistito a scene di questo tipo?

FACEBOOKTWITTERINSTAGRAM YOUTUBE

foto/fonte: peta