Nadja Peter Steiner di nuovo al centro di una bufera

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L’amazzone elvetica Nadja Peter Steiner non sembra avere pace.

Nel 2017, dopo un controllo avvenuto in occasione del CSI3*-W di Tetouan, tappa del Morocco Royal Tour, uno dei suoi cavalli era risultato positivo al Tramadolo, un analgesico usato per il trattamento del dolore per gli esseri umani e medicinale non autorizzato per i cavalli. Ampiamente diffuso nell’Africa settentrionale, il Tramadolo è considerato la cocaina dei poveri e basta pochissimo per risultare positivi a questa sostanza.

Saura De Fondcombe, la cavalla di Nadja che era risultata positiva, era stata poi ricontrollata cinque giorni dopo Tetouan, allo CSIO3*-W di Rabat ed era risultata negativa.

L’amazzone elvetica era stata condannata a due anni di squalifica dalla FEI, ma ne aveva scontati solo nove mesi poiché la condanna era stata revocata.

Tuttavia, dopo oltre un anno e mezzo dalla revoca della squalifica e dopo innumerevoli battaglie legali e proteste, lo scorso 25 febbraio la FEI ha ripristinato a Nadja i restanti 15 mesi di sospensione.

L’amazzone, che aveva sempre negato di aver somministrato il Tramadolo alla sua cavalla, si trova nuovamente a dover affrontare una situazione non semplice, i cui risvolti non sono mai stati chiariti.

Durante la cerimonia di premiazione del Gran Premio, infatti, Nadja aveva dichiarato di aver dovuto lasciare il suo cavallo ad uno degli addetti, mentre un fotografo ha successivamente ammesso di aver visto Saura De Fondcombe leccare la mano all’addetto che la teneva ferma: gesto, questo, più che sufficiente a far risultare positivo un cavallo.

Il problema è sorto quando la guardia reale marocchina ha affermato in una lettera risalente all’aprile 2018 che i dipendenti dell’organizzatore del Morocco Royal Tour non avevano avuto contatti con i cavalli.

Nadja Peter Steiner può presentare ricorso contro questa decisione del tribunale della FEI entro 21 giorni davanti al Court of Arbitration for Sports (CAS).

fonte: cavalierromand