Un significativo omaggio a un’icona dello sport equestre e olimpico. Il Grand Prix Snaitech, l’evento clou che domani chiuderà la prima edizione della Milano Jumping Cup, è intitolato a Graziano Mancinelli.
Un tributo toccante, un omaggio che evoca la figura di uno dei più grandi sportivi milanesi di sempre: Mancinelli è stato un gigante dell’equitazione mondiale, un ‘primum inter pares’ nell’epoca d’oro dei fratelli d’Inzeo.
L’ad di Snaitech Fabio Schiavolin, organizzatore della MJC, spiega la scelta di intitolare il Gran Premio alla leggenda olimpica: “La MJC nasce sulla traccia e l’effervescenza che c’è attorno alla preparazione dei Giochi di Milano-Cortina 2026. Dunque, celebrare un campione olimpico nato qui a Milano, esempio e punto di riferimento dell’equitazione italiana e mondiale c’è sembrato un fatto del tutto naturale. Il nostro è solo un piccolo omaggio a un grandissimo di questo sport”.
Spettatore interessato, il commissario tecnico della Nazionale di salto a ostacoli, Duccio Bartalucci, promuove a pieni voti il concorso milanese. “La Milano Jumping Cup segna il ritorno di un grande evento di equitazione a Milano, in una location straordinaria come l’Ippodromo di San Siro. Inoltre, si tratta di un concorso potenzialmente in grado di inserirsi in una prospettiva internazionale. Per quello che mi riguarda, poi, è anche una fonte di preziose indicazioni per gli appuntamenti futuri”. Giudizio positivo anche per la decisione di intitolare il Grand Prix Snaitech di domani, evento clou della giornata finale, alla memoria di Graziano Mancinelli, a cui Bartalucci è legato da ricordi intensi: “Come tutti i ragazzini che all’epoca sognavano di avere un futuro nell’equitazione, anche per me Mancinelli era un mito da emulare, così come i fratelli d’Inzeo. Passato qualche anno, ho avuto modo di gareggiare con lui, dividendo gioie e dispiaceri, anche in occasione di campionati del mondo o d’Europa. È una figura che ha caratterizzato un’epoca, e inoltre è patrimonio della città di Milano. Perché se è vero che mosse i primi passi a Roma, è alla sua città natale che ha legato gran parte della sua carriera”
Graziano Mancinelli, milanese di via Faruffini, ragazzino di scuderia prima a Milano, poi a Roma dove si trasferì con la famiglia, visse il suo giorno perfetto alle Olimpiadi del 1972, vincendo l’oro individuale in sella al magnifico Ambassador, un grigio pomellato irlandese dal portamento regale, definito ‘il campione più bello dei Giochi’. La gara terminò in uno spareggio a tre, con l’amazzone inglese Anne Moore e l’americano Shapiro, ed è giustamente ricordata come uno dei momenti più iconici dell’equitazione italiana. Quanto alla ‘milanesità’ di Mancinelli, era lui stesso a rivendicarla con orgoglio, ricordando il nomignolo che si portava dietro fin dall’adolescenza: ‘el biundin de la Cruseta’, riferito al maneggio Crocetta in via Ripamonti, che aveva frequentato da giovanissimo. Divenuto ct della nazionale nel 1989, è mancato troppo presto, l’8 ottobre del 1992, a 55 anni.
fonte: Ufficio Stampa Milano San Siro Jumping Cup