Lettera aperta del tecnico Eric Louradour

2 di Vi

INSIEME PER LO SPORT

Nel mio ruolo di tecnico federale del settore giovanile, devo trovare delle soluzioni e dare delle risposte ad alcuni ragazzi talentuosi o volenterosi che desiderano andare verso gli alti livelli di questo nostro sport o che vogliono lavorare nell’ambiente dei cavalli.  Dopo otto mesi di lavoro ho osservato bene il sistema in Italia.Desidero oggi fare un rapporto sulle mie esperienze per aiutarvi a migliorare alcune cose sperando così di vedere nuovamente la vostra grande nazione equestre ai vertici dello sport. Dal mio punto di vista, per arrivarci dobbiamo combattere la causa e non gli effetti di un sistema che fa vedere i suoi limiti o alcuni punti deboli, che non permettono la buona crescita di tutti giovani cavalieri o cavalli, la costanza nei risultati a tutti livelli, il successo all’apice, una migliore immagine del nostro sport dando così la possibilità di trovare sponsor e divenire così più mediatico. Sarò sincero, integro, leale, obbiettivo e spero esplicito! Sarebbe troppo facile criticare senza dare delle soluzioni!

” Un coach ti cambia il gioco; un buon coach ti cambia la vita ! ”  

Prima di parlarvi dei punti deboli del sistema attuale vorrei esprimere chi sono per me l’allievo, i genitori, il proprietario, l’istruttore, il cavaliere da selezionare per una competizione internazionale, l’allevatore ed una Federazione ideali.

1) Il cavaliere ideale è quello che ha talento, che è coraggioso, rispettoso nei confronti dei cavalli, dei proprietari o sponsor, genitori, istruttori …È determinato, umile, paziente, stratega, comunicatore e mantiene una grande etica. Ci sono anche cavalieri che non hanno molto talento ma che, coscienti delle loro debolezze e dei propri errori, cercano continuamente di migliorarsi. Osservano, ascoltano, reagiscono e lavorano di più, riuscendo anche a raggiungere i vertici in questo sport : alcuni esempi sono Pierre Durand,  Michel Robert,  Kevin Staut. Questi ultimi hanno lavorato tanto con una strategia e hanno saputo comunicare per avere una dimensione internazionale. Questo è il vero segreto!

2) I genitori ideali sono quelli che sostengono i figli senza intervenire a livello tecnico e che danno la fiducia ad un professionista che saprà rispettare i loro interessi, che manterrà una buona gestione e progressione nel lavoro al fine di garantire sicurezza e successo per raggiungere gli obbiettivi fissati insieme. I genitori devono accettare le capacità a cavallo del figlio e anche i suoi obbiettivi senza frenarlo, spingerlo, proteggerlo troppo, accettando il ritmo di ognuno per imparare ed essere coscienti del tempo che dedica all’impegno per raggiungere l’obbiettivo prestabilito. Più l’obbiettivo sarà ambizioso, più l’impegno sarà forte.

3) Il proprietario ideale è quello che cerca o trova il cavaliere adatto al suo cavallo; che capisce e accetta il potenziale del suo cavallo; che sostiene finanziariamente, sportivamente e moralmente un cavaliere; che definisce con lui gli obbiettivi e i mezzi per raggiungerli; che dà la propria fiducia al cavaliere, lasciandolo libero di gestire il lavoro quotidiano, la scelte delle gare e la programmazione dei concorsi.

4) L’istruttore ideale è quello che rende l’allievo indipendente e non dipendente da lui! Quello che guarda e rispetta gli interessi dell’allievo e dei genitori o sponsors. Quello che fa rispettare all’allievo una certa lentezza nell’insegnamento permettendo così al cavaliere di assimilare bene ogni tappa indispensabile per la sua crescita con sicurezza e successo al fine di raggiungere gli obiettivi fissati insieme. Quello che usa un linguaggio positivo e non negativo nell’insegnamento, per esempio: “avanza con le mani piuttosto che “non tirare “. Quello che accetta la concorrenza per rimettersi in discussione e poter così migliorare sempre. Quello che ha un’etica nella vita e di conseguenza nello sport.

5) Il cavaliere ideale di un selezionatore per rappresentare la sua nazione all’estero è quello che dimostra una grande capacità di vincere e che mantiene una regolarità nel fare dei percorsi netti. Quello eticamente corretto e con un atteggiamento positivo sia a livello umano che sportivo. Quello che è accompagnato da un coach competente e valido e da una famiglia discreta, che non interviene a livello tecnico e che capisce le difficoltà di questo sport.

6) L’ allevatore ideale è quello che sa fare dei buoni incroci per fare nascere il cavallo di qualità. Competente, paziente e rispettoso nei confronti del puledro per assicurargli una buona crescita. Ciò avrà un enorme impatto sul fisico e sull’equilibrio mentale del puledro. Quello che fa crescere un puledro nell’ambiente giusto, adeguato alla sua buona crescita. Quello che sa vendere un puledro al momento giusto, cosciente di dovere rimanere nel suo ruolo di allevatore se non ha la capacità di gestire la carriera sportiva del cavallo e che nel caso in cui dovesse decidere di gestirla, cercherà il cavaliere adatto, capace di rispettare i suoi interessi e quelli del cavallo affidato. Inoltre, un allevatore dovrebbe saper giudicare il suo prodotto con obiettività e coerenza senza farsi influenzare dall’affetto che potrebbe provare per il suo puledro.

7) La Federazione ideale è quella federazione che gestisce, controlla, aiuta e protegge come un buon padre di famiglia tutti gli attori e tutti i settori dell’ambiente che rappresenta. Una federazione che gestendo del danaro pubblico e raccogliendo fondi privati ha l’obbligo di trasparenza, di responsabilità, di correttezza, di etica. Una federazione che fa dei regolamenti permettendo ai cavalli, ai cavalieri e all’ambiente in generale, una buona crescita.   Che sa fare il massimo con il minimo, rispettando quei valori che veicolano lo sport: coraggio, determinazione, lealtà, compassione, umanità, unita`, umiltà, devozione.

Qui in Italia c’è un potenziale incredibile sia a livello umano, strutturale che finanziario.  C’è una qualità di vita formidabile: sole, cibo, paesaggi bellissimi, cultura, arte, moda, gioia di vivere… ci sono dei cavalieri di grande talento e dei giovani fantastici, degli allevatori che hanno saputo già migliorare la razza italiana e che sognano di vedere un loro prodotto ai vertici dello sport, delle persone oneste, appassionate, entusiaste e volenterose, dei professionisti ed istruttori di qualità… ci sono però anche alcuni punti deboli che vanno affrontati e combattuti.  Farò dunque adesso un elenco di questi punti e cercherò alla fine di proporre delle soluzioni.

La principale cosa da cambiare è la mentalità.

– Basta chiacchiere quando servono dei fatti!  Troppa gente si permette di criticare senza apportare delle soluzioni aspettando sempre qualcosa o dalla Federazione o dal tecnico di turno o dall’istruttore!!! Forse non sapete che la vostra Federazione è una delle più generose in Europe.

In America per esempio c’è una associazione in parallelo a quella istituzionale che raccoglie dei fondi per aiutare i cavalieri! Si chiama USET…

 

  • ALLIEVI E CAVALIERI:

L’Italia era una grande nazione equestre quando l’equitazione era praticata principalmente dai militari o da cavalieri che erano dei veri uomini di cavallo. Tutti lavoravano seriamente e duramente. Il militare obbligato dalla divisa che indossa, il civile per passione e necessità lavoravano in modo autentico. Oggi i giovani mancano di coraggio, di volontà, di organizzazione e di programmazione.

Campioni non si nasce ma ci si diventa! Passione, dedizione, coraggio, umiltà, generosità, lealtà fanno di un uomo un campione!

Diventare un atleta ad alto livello richiede tanti sacrifici. Guardate i vostri migliori cavalieri oggi: E. Gaudiano, L. De Lucca, P. G Bucci, A. Zorzi…  vivono all’estero, lontano dalla famiglia, dai loro amici, dal sole, dalla dolce vita. Non è così facile, ma lo fanno perché sanno che “nessuno è profeta nel proprio paese ” e che l’Italia non offre tante opportunità per esprimere il proprio talento, la propria passione, di lavorare e vivere bene di questo sport.

 

  • GENITORI:

In Italia come in tutto il mondo ci sono gli ippogenitori. Nel mondo di oggi i genitori proteggono troppo i figli, in particolar modo qua in Italia. Non sono io a dirlo, è una constatazione generale. Il maestro a scuola per esempio viene contestato se richiede troppa disciplina. Se usa dei modi bruschi rischia addirittura di ritrovarsi in tribunale. Dire sempre di Si o Ok al proprio figlio, è facile! È dir di NO che richiede del tempo, modi e parole giuste per spiegare perché questo NO!

Il genitore oggi non svolge bene il suo ruolo di educatore… l’equitazione è una vera scuola di vita e se i genitori proteggono troppo i figli o intervengono in loro difesa ogni volta che si presenta un problema non permettono all’istruttore di fare bene il suo lavoro d’insegnante. Lo sport è disciplina, è crescita personale, è fatica, è cadere e rialzarsi più forti ma con tutte queste interferenze non riesce ad apportare questi valori che sono importanti per la buona crescita dei ragazzi. In America o in Inghilterra per esempio l’equitazione è rispettata come un’arte, una vera scuola di valori ed è per quello che le più prestigiose famiglie montano a cavallo, anche la figlia di Bill Gates pulisce personalmente la sua sella e i suoi stivali tutte le sere.

 

  • ISTRUZIONE E METODO:

In Italia, ormai da anni, la formazione degli istruttori è in mano ai Comitati Regionali. Tutto l’iter formativo è stato semplificato ed in più c’è molta diversità di formazione sul territorio. Come diretta conseguenza, i metodi d’insegnamento sono confusi e diversi. A ciò si aggiunge una grande mancanza di cultura equestre che la si può soltanto imparare con il tempo. Per insegnare ci vuole una certa esperienza, un certo bagaglio tecnico ed una grande etica e tener sempre molto presente che i tecnici come gli insegnanti dovrebbero essere degli esempi di vita da seguire. Per insegnare ci vuole tanta passione e dedizione ma più che altro tanta attenzione e precisione nel parlare e nel fare. Il modo di insegnare oggi è molto cambiato! Per me in Italia manca un vero metodo d’insegnamento adeguato all’equitazione di oggi, come è diffuso in Germania, in Olanda, negli Stati Uniti d’America, in Francia… tutte le nazione che sono ai vertici lo sono grazie ad un metodo imparato da una buona scuola.

 

  • ALLEVAMENTO:

Francia, Belgio, Olanda o Germania producono tanti cavalli. Gli allevatori o proprietari stranieri portano i soggetti meno qualitativi alle finali nazionali dei giovani cavalli, non esitano a cercare di vincere le gare per dare un buon curriculum a questi cavalli di medio o basso livello facilitandone così la vendita.  I buoni cavalli invece sono nascosti, rispettati nella loro crescita. Non sono mai sul mercato o se lo sono è soltanto per delle cifre importanti. In Italia è completamente diverso: c’è una piccola produzione fatta da persone appassionate. Bisogna dunque puntare sulla qualità e non sulla quantità!Ci sono in Italia delle buonissime fattrici e gli allevatori non esitano ad usare stalloni importanti. Diversi di loro vendono quasi tutta la loro produzione a 6 mesi all’estero. Per dire che la qualità c’è!  Sono riusciti a migliorare la razza italiana però il problema arriva dopo, nella gestione della carriera del puledro. C’è l’allevatore o il proprietario che è mal consigliato; quello che ha troppa fretta e orgoglio a fare vedere il suo puledro in giro troppo presto e lo fa saltare tanto e grosso ; quello che spinge il cavaliere a vincere, anche lì per orgoglio; quello che dà il cavallo a un cavaliere che pensa soltanto al guadagno immediato o a vincere qualunque gara ; per finire, quello che mette troppo affetto nel giudizio del proprio puledro, non avendo una visione imprenditoriale, con questa mentalità sopravvaluta il suo puledro…

 

  • REGOLAMENTI E COMPETIZIONI 

Ho notato alcuni paradossi nelle regole di gara che non permettono una buona crescita ai cavalli e dei cavalieri. Per esempio il tempo autorizzato nelle gare deve essere più corto per obbligare  i giovani cavalieri a girare più stretto ed a montare nel ritmo; devono saltare anche più spesso la riviera. Nelle gare riservate ai giovani cavalli i percorsi devono essere più adatti e educativi per cavalli di qualità, più grossi eventualmente ma meno tecnici! I percorsi troppo difficili richiedono un addestramento più coercitivo per un puledro soprattutto se ha forza, sangue e una bella falcata, ingrediente indispensabile per un cavallo destinato all’alto livello. A mio avviso, anche la gabbia di verticali a una falcata per un quattro anni è più adatta a cavalli con poco potenziale a discapito del cavallo di qualità.  In Francia per esempio la gabbia nei 4 anni viene messa soltanto nel secondo semestre ed è costituita da oxer, 2 tempi e verticale.  Certi regolamenti devono dunque essere rivisti e adeguati in funzione degli obbiettivi e della produzione. Per questo, in Francia, ci sono tre circuiti per i giovani cavalli. Uno per i dilettanti ed uno per i professionisti con 2 livelli, uno per cavalli di buona qualità e più pronti o coraggiosi, con dei salti più grossi ed uno per quelli con meno qualità, esperienza o coraggio, su salti più bassi. Il cavaliere può allora scegliere il tipo di gare in funzione della predisposizione, del carattere e dell’esperienza del cavallo, del potenziale e del tipo di lavoro che vuole dargli.

 

  • SPONSOR

Oggi i buoni clienti, gli sponsor sono rari, i soldi sono più difficili da guadagnare, tante persone fanno grandi sforzi per passione. Tutti meritano dunque il rispetto, un servizio adeguato alle loro esigenze e al prezzo che pagano. Non voglio parlare del passato ma oggi i professionisti che siano cavalieri, istruttori, organizzatori di manifestazioni e anche la Federazione devono essere corretti e responsabili. Ognuno nel suo ruolo deve rispettare gli interessi e gli obiettivi dell’altro. Il buon professionista non deve pagare per gli errori o la disonestà degli altri colleghi che rovinano l’immagine dell’ambiente e l’entusiasmo degli sponsor.  Le persone con mancanza di professionalità e di etica devono essere segnalati e sanzionati

 

Conclusione e proposta di strategia: 

 ” Le parole sono come il vento, volano via. Solo le opere rimangono. 

Nella vita non conta ciò che dici, ma ciò che fai. ” 

(H. Huarache Mamani )

 

Poche parole ma fatti! Le critiche sono utili se positive e costruttive! Basta con chiacchiere sterili ed interminabili! 

È ora di dialogare, di reagire, di comunicare, di lavorare, di prendere buone decisioni, di costruire… tante persone parlano di questi problemi ma se non si affronteranno concretamente, la vostra nazione non tornerà ai vertici e i vostri giovani penseranno che per loro è una missione impossibile arrivare ad alti livelli. A fine anno avrete delle nuove elezioni ed io non faccio della politica, faccio dello sport ma in questi mesi ho potuto conoscere ed incontrare il vostro attuale Presidente, il Cavaliere Orlandi e posso tranquillamente sbilanciarmi nel dire che ho trovato un uomo competente ed ammirabile per la sua passione, per il tempo e l’energia che dedica a questo incarico, per il cavaliere olimpionico che è stato, per il suo spirito combattente che dimostra ogni giorno, per la sua eleganza, educazione ed onestà… tante qualità importanti per una figura di un Presidente. Sicuramente anche lui avrà fatto degli errori ma è risaputo che chi non fa niente, di errori non ne fa. Nessuno è perfetto! Nella vita ognuno può avere in mente un obbiettivo da raggiungere e dovrà provarci diverse volte prima di riuscire ad arrivarci e sono gli sbagli che permettono di migliorare la strategia giusta per raggiungere quell’obbiettivo con successo. Lui è già arrivato a mettere in positivo un bilancio disastrato e questo è un fatto da non sottovalutare. È possibile inoltre che se il Cavaliere Orlandi dovesse essere rieletto, avrà più tempo a disposizione. Penso che era cosciente della sua difficoltà a cambiare troppe cose in così poco tempo per ragioni politiche ma in caso di una rielezione, cosciente dei suoi errori, reagirà, migliorerà e cercherà di mettere le persone giuste al posto giusto. Spero che oserà cambiare alcuni regolamenti ed il modo di gestione. Per aiutarlo, per capire le sue intenzioni, per studiare una strategia aggiornata, per fare delle proposte coerenti sarebbe bello per esempio, costituire un gruppo che si potrebbe chiamare INSIEME PER LO SPORT.

Questo gruppo, non politico, dovrebbe concentrarsi su alcune cose che devono per forza essere riviste ed analizzate come ho fatto io adesso in questo testo e proporre delle soluzioni concrete e realizzabili nell’interesse di tutti gli attori di questo ambiente. Tale associazione potrebbe avere uno o due rappresentanti che hanno dato prova negli anni di correttezza e professionalità in ogni settore (allevamento, dressage, ostacoli, completo, volteggio…) e che rappresentino i loro colleghi. Questi rappresentanti potrebbero avere una riunione mensile con potere federale.

È nel dialogo che si potranno risolvere i problemi.

C’è tanto da fare in Italia e questa potrebbe essere una delle tante piccole iniziative. Sono convinto che ci sono ragazzi di grande talento, allevatori formidabili, dei veri professionisti con valori, delle persone con tanta passione e coscienza morale…!

C’è soltanto da cambiare la mentalità, avendo una visione più a lungo termine, strutturando bene il tutto con persone giuste e nell’interesse comune. L’unione fa la forza!

Spero che questo mio discorso possa dare di nuovo a tanti di voi della forza, dell’entusiasmo e la voglia di reagire. Trovate o mantenete le persone giuste per rinnovare, migliorare e gestire la vostra Federazione, per modificare alcune regole nell’interesse di tutti, per aiutare ed educare bene le future generazioni di cavalieri e di cavalli. Il mondo è in piena mutazione e anche noi si deve andare avanti! Queste olimpiadi di Rio ce l’hanno ancora dimostrato, si va sempre di più verso l’eccellenza: la qualità dei cavalli, dei cavalieri, nell’equitazione, nella gestione e programmazione. Quelli che sono approssimativi, non perfettamente pronti o usano i trucchi e la forza sono stato scartati subito dal primo giorno. C’è tanto da imparare da un Steve Guerdat per esempio. È sempre lì al posto giusto nel momento giusto e nelle condizioni di preparazione massimale. Lavora sempre sulla precisione e la generosità dei suoi cavalli facendo pochi concorsi e mettendoli in fiducia su piccole gare primo dell’appuntamento importante…

Come avete potuto constatare, durante questi mesi, mi sono appassionato a questo incarico. Mi piace parlare se il dialogo permette l’evoluzione. Mi piace criticare se è per costruire. Non mi piacciono i compromessi perché portano confusione e falsità.  Mi piacciono gli accordi concreti raggiunti con dialoghi precisi e ben stabiliti che portano alla fiducia, alla stabilità, alla longevità, al successo. Sapete che se vorrete io potrò essere a vostra disposizione per aiutarvi, mettendo a disposizione tutto il mio tempo, la mia energia, la mia professionalità, il mio sapere in diversi settori e la mia esperienza internazionale.Se non avrete bisogno di me, allora me ne andrò come sono venuto, discretamente ma sempre felice di quello che avrò fatto e detto.

Mario Palumbo di Cavallo Magazine aveva scritto 25 anni fa un articolo di 3 pagine su di me intitolato: “La storia infinita”. Aveva ragione! Comunque ed in ogni modo andrò avanti!

“Sono sicuramente un pazzo ma amo vedere gli altri riuscire ed essere felici!  La vita è un viaggio, non può essere una competizione continua o una guerra.”

Sportivamente vostro.

Eric Louradour