E’ purtroppo l’ultimo di una lunga serie, l’incidente che ha coinvolto il cavaliere 34enne Santiago Zone durante la prova di Cross Country di un Completo a Buenos Aires (Argentina).
Per quanto riguarda questo episodio, l’incidente è accaduto durante la prova di fondo di un completo nazionale in Argentina. Le informazioni che stanno circolando nelle ultime ore sono frammentarie e poco chiare. Anche dalla FEI non arrivano comunicati ufficiali, ma la domanda che ci si pone è invece più limpida che mai: come si può garantire maggiore sicurezza?
I numeri cominciano a spaventare: cinque in sette mesi sono davvero troppi. Continuano, quindi, ad aumentare in maniera esponenziale le polemiche sulla disciplina del Completo.
Le opinioni cominciano a vacillare e le critiche a crescere, soprattutto se teniamo presente che, un mese fa circa, perdeva la vita Nikita Sotskov al Ratomka Horse Trials. Per non contare le vittime ancora precedenti quali Philippa Humphrey e Caitlyn Fischer nel mese di aprile, senza dimenticare Olivia Inglish a marzo all’ International Horse Trials in Australia.
Cosa sta succedendo a questa spettacolare disciplina? Si possono fare tante ipotesi, congetture di ogni sorta ma, una cosa certa c’è: chi parte in completo è consapevole al 100% del rischio che corre. Un rischio che c’è sempre, dalla più bassa delle categorie nazionali alle categorie più alte fino alle Olimpiadi. Si parte consapevoli che un tronco o una catasta non sono delle barriere colorate create per cadere al benché minimo tocco. Si parte consapevoli di quello che si va a fare. Ovviamente un briciolo di incoscienza di base c’è, è palese, ma è una scintilla che chiunque ami questa disciplina ha.
Sono percentuali, non più alte degli incidenti automobilistici sulle nostre strade. Certo, spaventano soprattutto perché sono percentuali costantemente in crescita (e non dovrebbe essere così) e perché sono percentuali che ci toccano da vicino.
Fondamentalmente, forse bisognerebbe cominciare a chiedersi che cosa stiamo facendo a questa disciplina. Vogliamo i Cross spettacolari, tecnici, selettivi… che forse stiano diventando troppo selettivi?
Ma l’andare avanti nelle categorie comporta un rischio, anche nel Salto Ostacoli. E, da questo punto di vista, il Completo parte svantaggiato: i numeri parlano chiaro, ma parlano.
Sul dizionario Treccani alla voce “incidente” troviamo la seguente definizione: “Avvenimento inatteso che interrompe il corso regolare di un’azione; per lo più, avvenimento non lieto, disgrazia”.
E qui vorrei concludere dicendo solo che a volte capitano disgrazie, incidenti… chiamiamoli pure come vogliamo, ma accadono e non si può tornare indietro. Si può cercare di prevenire, ma quando qualcosa deve accadere, accade e basta.
E’ inutile cercare di scaricare le colpe addosso a chiunque. Si può solo cercare di non ripetersi. E non è semplice! Perché si deve essere aperti al dialogo anche nella più nera delle disgrazie ed il “come fare” è ovviamente tutto da vedere, ben distinguendo i veri appassionati dai critici cronici… ovviamente.
Stiamo parlando di vite e di sport. Stiamo parlando di persone che dedicano la loro vita a questi fantastici animali e di persone che si sfidano per migliorarsi continuamente. Parliamo di gente che decide di partire per un percorso di fondo, pronta a dare il meglio con il proprio cavallo, pronti a tutto quello che questo comporta.
Che sia atleta professionista o semplice amatore, lo posso assicurare, direbbe che nel cross c’è solo vita, adrenalina e pure emozioni, per chiunque.
Per quanto possa sembrare assurdo o strano, il completo è quasi più uno stile di vita, un modo di vedere le cose, un mondo a parte che ruota attorno a tre prove. E chi lo vive sa sempre che nonostante il rischio, vale sempre la pena cercare di afferrare quella scintilla di adrenalina.
Anche solo per un istante, un minuto o quanto sia.