Quando una colica è seria difficilmente sarà gestibile in scuderia e allora, per offrire al cavallo l’assistenza migliore, occorre prendere in considerazione la possibilità di trasferirlo in clinica. Questa decisione deve essere rapida e consapevole, per evitare che inutili ritardi compromettano inevitabilmente la vita del cavallo.
Ho cercato più volte di parlare delle coliche dei cavalli nei miei articoli, provando sempre a non prendere l’argomento troppo di petto perché, oltre ad essere ampio e difficile, mette in genere molta ansia a chi ha un cavallo o lavora con i cavalli dei clienti. Infatti, la colica è la prima causa di morte dei cavalli, soprattutto se non affrontata nel modo e nei tempi corretti.
Per colica, scientificamente si intende “la manifestazione di un dolore addominale dovuto a problematiche più o meno gravi”; gli scenari sono innumerevoli e variabili secondo il tipo di colica, la gravità della patologia e, non ultime, le caratteristiche del cavallo che ne è colpito. Ci sono cavalli con una soglia del dolore molto alta, e coliche gravi che hanno sintomi più contenuti di altri cavalli affetti dalla stessa patologia. La risposta soggettiva al dolore non deve comunque essere enfatizzata mai: spesso si vuol pensare al proprio cavallo come ad un soggetto particolarmente sensibile, per non voler pensare di trovarsi in una situazione grave come sembrerebbe.
Questo mi ha insegnato negli anni a non fidarmi mai ciecamente dell’impressione che mi fa un cavallo in colica solo basandomi sulla visita che posso fare in campo, perché spesso può non bastare, soprattutto quando il cavallo continua ad avere dolore e non possiamo raccogliere abbastanza dati per valutare la reale gravità della sua condizione. Ad esempio, importanti dati ottenibili solo attraverso esami di laboratorio, sono spesso difficili da ottenere nei tempi in cui servirebbero.
Ed è proprio questo lo scenario nel quale il tempo speso dai proprietari del cavallo o da chi lo gestisce, ad aspettare che arrivi un veterinario a visitarlo dopo che ci si è accorti che non sta bene già da qualche ora (se ad esempio la colica è cominciata di notte), sommato a quello che inevitabilmente viene impiegato per decidere se portarlo in una clinica specializzata ed eventualmente quale, può significare fare la differenza addirittura tra la vita e la morte dell’animale.
Per questa ragione è davvero importante che il veterinario curante, anche se in campo non dispone di tutti i mezzi necessari per fare una diagnosi precisa, abbia comunque le competenze per comprendere le reali condizioni del cavallo, per comunicarle immediatamente al cliente, così che diventi lui il protagonista di una scelta che inevitabilmente inciderà sul suo futuro. Un parametro facilmente applicabile nella valutazione della gravità di una colica, è la persistenza del dolore o il suo ripresentarsi a breve distanza di tempo dopo le terapie somministrate e le pratiche eseguite in scuderia. Oltre a questo, anche l’apparente remissione dei sintomi, con un cavallo che però non riprende un comportamento normale, restando quindi senza dolore ma per esempio depresso e inappetente, deve rappresentare un campanello d’allarme, soprattutto se il veterinario ha diagnosticato una patologia che poco coincide con un simile comportamento. In questi casi, e quando la diagnosi è di una patologia non gestibile in scuderia, occorre prendere in considerazione il trasferimento del cavallo in clinica. Questa decisione deve purtroppo essere rapida, e consapevole di ciò che il trasferimento in clinica del cavallo può comportare, solitamente una diagnosi più accurata e costi variabili se la patologia richiede una terapia medica oppure chirurgica, ma spesso più elevati della gestione in scuderia.
Le cure mediche effettuate in clinica e, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico, richiedono infatti un certo impegno economico ed è quindi chiaro che le condizioni economiche del proprietario, assieme al valore dell’animale, sia dal punto di vista sportivo che da quello affettivo, sono elementi importanti per decidere se ricoverare il cavallo in clinica oppure no. Trovare un trasporto disponibile in urgenza a volte non è semplice o immediato ed il trasferimento in clinica richiede tempo, infine è indispensabile comprendere che il trasferimento in clinica del cavallo non può e non deve mai essere considerato come l’ultima chance, se non si vuole vanificare gli sforzi o ridurre le possibilità di successo di qualsiasi terapia. L’intervento terapeutico, medico o chirurgico, su casi avanzati, anche se mantiene comunque possibilità di successo, prevede spesso una maggiore possibilità di sviluppo di complicazioni già di per sé previste per molti casi di colica, che possono essere anche fatali o gravemente invalidanti, come per esempio la laminite. Per queste ragioni ogni minuto perso nell’incertezza può voler dire allungare i tempi così tanto da incidere inevitabilmente sulla vita del cavallo.
Le coliche, come abbiamo già visto, possono essere di pertinenza medica o, nei casi più gravi, chirurgica. Le prime, a meno che non si tratti di gravi coliti, si risolvono bene con la terapia medica, spesso addirittura in scuderia senza particolari accorgimenti. Le seconde invece trovano nella chirurgia l’unica possibilità di guarigione e, se non viene intrapresa la corretta terapia entro breve tempo, portano inevitabilmente a morte il cavallo. Occorre inoltre specificare che le situazioni che richiedono una correzione chirurgica non sempre sono l’evoluzione negativa di una colica medica, ma la stragrande maggioranza delle volte nascono come coliche chirurgiche dall’inizio, dai primi sintomi. Queste patologie sono caratterizzate da ostruzioni intestinali causate il più delle volte da spostamento o torsione di un tratto dell’intestino con una compromissione più o meno grave e spesso graduale, dell’apporto di sangue all’intestino stesso. È quindi evidente e comprensibile come sia indispensabile un riposizionamento diretto in sede chirurgica e, a volte, l’asportazione del tratto intestinale coinvolto per risolvere la patologia e cercare di salvare il cavallo.
La causa di queste coliche, così come quelle che richiedono una terapia medica, è sempre multifattoriale. Molto raramente dietro l’inizio di una colica è individuabile un errore più o meno grave di gestione. La prima causa è sicuramente la conformazione dell’intestino degli equini, con la sua lunghezza accompagnata da variazioni improvvise di diametro e soprattutto dalla libertà di muoversi all’interno della cavità addominale grazie ai suoi lunghi legamenti. La motilità dell’intestino del cavallo è inoltre sensibile alle variazioni di temperatura e pressione atmosferica e quindi ai cambiamenti di tempo. Esistono poi altri fattori predisponenti come vizi del cavallo, tipo il tic d’appoggio e fattori obbligati, come la vita di scuderia che non è esattamente la vita che il cavallo farebbe in natura, con movimento ed alimentazione pressoché continui. Detto ciò, se vi è una corretta gestione di scuderia ed una corretta gestione sanitaria del cavallo, con somministrazione di vermifughi ad intervalli regolari, il fatto che un cavallo vada in colica è da prevedere nell’ambito della casualità. Studi statistici hanno infatti evidenziato come su un gruppo di cavalli, con una gestione di scuderia e sanitaria perfetta e controllata, sia da considerarsi normale una percentuale di coliche più o meno gravi di circa il 10% all’anno. Quindi il più delle volte, se il nostro cavallo ha una colica non è colpa di nessuno, ma è sicuramente responsabilità di qualcuno che riceva le cure corrette entro i tempi necessari a ridurre al massimo i rischi per la sua vita.
Non solo le coliche chirurgiche possono richiedere un ricovero in clinica: alcuni tipi di coliche mediche infatti, una grave infiammazione dell’intestino o una grave costipazione ad esempio, che hanno bisogno di cure costanti per alcuni giorni, come sonde e grandi quantità di fluidi endovena, possono essere difficili da seguire in scuderia con la frequenza e l’attenzione necessaria, a meno che non ci sia un veterinario fisso o che abbia la possibilità di passare dal cavallo più volte nel corso della giornata.
Negli anni ho visto coliche mediche talmente serie da trasformarsi nel corso delle ore in coliche chirurgiche. Quindi, anche se la diagnosi è precisa, se il cavallo continua a stare male malgrado le cure, ricoverarlo in clinica e affidarlo a veterinari esperti che fanno tutto ciò che è necessario per lui h24, è la decisione migliore da prendere. Le coliche mediche in genere richiedono meno giorni di ricovero e anche i costi sono più contenuti, sempre che non siano così gravi da aver bisogno di cure intensive particolari o, appunto, diventino di pertinenza chirurgica. In tal caso, se il cavallo si trova già in clinica i tempi per intervenire saranno ridotti al minimo e di conseguenza lo sarà anche la possibilità che subentrino complicazioni potenzialmente fatali.
Proprio per la loro gravità e il loro esito spesso letale, le coliche intestinali non andrebbero mai e poi mai sottovalutate, né dal veterinario curante né dal proprietario del cavallo. Mi è capitato che i proprietari, interrogati al telefono sulle condizioni del cavallo, cerchino ingenuamente di segnalare dei miglioramenti dove in realtà non ce ne sono o viceversa, riportando spesso a noi veterinari, una realtà alterata.
Un cavallo che si sente bene ha appetito, ha rumori intestinali che si avvertono bene anche appoggiando solo un orecchio sulla pancia sia a destra che a sinistra, dei parametri vitali nella norma, soprattutto frequenza cardiaca e respiratoria, e non manifesta sintomi legati al dolore, quindi non raspa, non si butta per terra e non suda. Il parametro vitale più importante, perché ci fornisce moltissime informazioni sulla reale situazione clinica, è proprio la frequenza cardiaca, che nelle coliche più gravi sale molto al di sopra del range fisiologico a causa del dolore, spesso insopportabile, che prova un cavallo con una colica intestinale grave.
Ma cosa succede a un cavallo con una colica chirurgica se non viene operato in tempo?
L’intestino, che non è più nella sua sede naturale, si strangolerà andando incontro a gravi alterazioni vascolari capaci di precluderne la normale irrorazione sanguigna. Questo porterà il tratto colpito alla necrosi e questa parte di intestino non più “viva” se non viene tolta in tempo precluderà la salute di tutto il resto dell’intestino e dell’organismo, lasciando passare i batteri normalmente presenti all’interno dell’intestino nel sangue e nella cavità addominale, con conseguente sviluppo di peritonite e setticemia, che causano a cascata la compromissione dei diversi organi vitali. In alcuni casi, quando la parte di intestino coinvolta diviene necrotica, perde sensibilità e quindi il dolore diminuisce per essere sostituito dalla depressione, mentre la frequenza cardiaca si alza.
A questi cavalli, in genere dopo qualche ora, si rompe la parete intestinale creando una situazione irreversibile che farà morire il cavallo nel giro di poche ore a causa di una grave peritonite settica. Quando un cavallo ha una colica grave, dunque molto dolorosa, e manifesta sintomi colici molto evidenti che ad un tratto cessano quasi completamente, ottimisticamente si potrebbe pensare ad un miglioramento, ma purtroppo è molto probabile che invece si sia rotto l’intestino. Quando questo avviene la parete intestinale finalmente si rilascia, il dolore smette, ma il cavallo muore.
Questo articolo nasce per spiegare il nostro punto di vista su un argomento così complesso: se ci sono i fondi per un ricovero, aspettare in scuderia che il cavallo migliori può essere una pessima idea. Ogni proprietario deve avere ben chiaro che le coliche possono essere molto gravi e che in questi casi il fattore tempo può realmente fare la differenza, sia per salvare la vita al cavallo che per far si che non debba convivere tutta la vita con un bel pezzo di intestino in meno. Quando c’è tanto intestino in necrosi, infatti, il chirurgo lo deve obbligatoriamente togliere e questo incide molto sia sull’indice di sopravvivenza dell’animale nel post operatorio che sulla qualità della sua vita futura e di conseguenza sul tipo di attività sportiva che potrà tornare a fare. Più si aspetta più si alzerà la probabilità di complicanze post operatorie. Sono soprattutto queste, ancor più che la quantità di intestino tolto in sede chirurgica, che possono segnare negativamente la vita del cavallo e compromettere in modo definitivo un ritorno pieno del soggetto alla gestione e all’attività sportiva precedente. Grazie alla continua evoluzione delle terapie e delle tecniche chirurgiche, in assenza di gravi complicazioni postoperatorie i cavalli sottoposti a chirurgia addominale possono tornare alla loro attività precedente senza limitazioni.
Solo una piccola percentuale di tutte le coliche è di pertinenza chirurgica o sono così gravi da aver bisogno della terapia intensiva, ma in campo è difficile fare una valutazione precisa, soprattutto se il cavallo continua a star male malgrado le cure. Quando non si è sicuri sul da farsi, non si può attendere un’illuminazione perché questo può condannare il cavallo ad una grande sofferenza e, nei casi più gravi, alla morte. Occorre quindi ricordare che è indispensabile far subito visitare il cavallo in colica, fidarsi e seguire le indicazioni e i consigli del veterinario che ha valutato il soggetto, non minimizzare la situazione, infilare la testa sotto la sabbia come uno struzzo non serve mai a risolvere il problema né ad affrontarlo in modo obiettivo. Pensare che il proprio cavallo si sia murato durante la notte se si trova steso o depresso la mattina ma con evidenti segni di traumi, così come convincersi che il cavallo manifesta in modo esagerato dolori di poco conto, non aiuta mai a risolvere il problema né a proteggere l’animale.
È sempre indispensabile prendere atto della situazione reale per assicurare al cavallo le migliori cure possibili per il suo benessere e la sua sicurezza, compatibilmente con l’impegno che vogliamo o possiamo assumerci per salvarlo, ma con l’obiettivo sempre irrinunciabile di ridurre al massimo rischi e sofferenze che possono essere lenite o risparmiate, che siano conseguenza diretta della colica o delle sue complicazioni. Almeno queste ultime sono infatti spesso evitabili senza ritardi o sottovalutazioni.
Giovanni Biglietti
Barbara Garbagnati
Clinica Veterinaria Piola
www.clinicaveterinariapiola.it
Carlotta Caminiti DMV
Centro Veterinario Equino Le Cicogne
www.lecicogne.com
Un commento per “Coliche: l’importanza di decidere rapidamente”