Delle tre principali fonti di energia per il cavallo, la fibra è sicuramente la più importante, la più sottostimata e la più sicura per la salute degli erbivori. Molti cavalli vengono alimentati solo a fieno e sono comunque belli, anche se, come dico sempre, nella maggior parte dei casi il fieno prodotto da prati italiani da solo non può bastare da solo a mantenere la giusta forma fisica di cavalli in lavoro, in crescita, anziani o di cavalle in gravidanza.
La fermentazione della fibra avviene all’interno del grosso intestino dei nostri cavalli, dove vivono bilioni di batteri in grado di rendere la cellulosa digeribile e dunque utilizzabile per produrre energia. Gli acidi grassi volatili prodotti attraverso le fermentazioni batteriche, passano nel sangue dove raggiungeranno altre sedi nelle quali saranno immagazzinati sotto forma di grasso o di glicogeno, o subito utilizzati come fonte energetica immediatamente disponibile. La parte più difficilmente digeribile della fibra è la lignina (il carboidrato che da maggiore supporto alla pianta), presente in maggior quantità nei fieni più maturi e dunque più legnosi, che i cavalli mangiano con più difficoltà perché più duri e meno appetibili. Acquistare un fieno di qualità tagliato nei tempi giusti, oltre ad essere una garanzia per la sua digeribilità, ha una resa maggiore in termini energetici. La scelta di un fieno buono, magari un po’ più costoso, è una politica che paga sempre quando si vuole mantenere i cavalli di una scuderia sani e belli.
Anche il pascolo, soprattutto in primavera, è un importante fonte di fibra per il cavallo, perché la digeribilità dell’erba è sempre superiore rispetto a quella del fieno; il taglio e la successiva stagionatura delle erbe per la fienagione, causano purtroppo una riduzione di circa il 50% della percentuale di fibra digeribile.
La fibra permette dunque lo sviluppo di buona parte dell’energia che il cavallo utilizza per tutte le sue normali attività, che possono andare dalla crescita, al lavoro leggero o anche al semplice gioco tra puledri. Anche se normalmente i cavalli acquisiscono la fibra dall’erba del pascolo o dal fieno, esistono ad oggi altre fonti di fibra altamente digeribile che si possono somministrare anche quotidianamente.
Questo genere di integrazione è a mio avviso sempre salutare per i cavalli che non hanno accesso quotidiano a pascoli ricchi di erba, ma è ancora più importante quando non è disponibile fieno di buona qualità o se, per qualche ragione, non vengono somministrate razioni di fieno sufficienti (tipico dei cavalli sportivi nelle scuderie) o in quei soggetti che fanno fatica a masticarlo, perché anziani, in convalescenza o con patologie che coinvolgono i denti. Tra queste alternative ci sono sicuramente i fieni in pellet o uniti in agglomerati (ottimi ma comunque difficoltosi da masticare a meno che non si bagnino), generalmente fatti con erba medica e dunque con una percentuale di proteina piuttosto alta, e le polpe di barbabietola, spesso confezionate in prodotti commerciali molto appetibili per il cavallo, che richiedono solo di venir bagnate pochi minuti prima della somministrazione. Ci sono alcune ditte che preparano dei veri e propri cubotti di fieno, solitamente di erba medica, mescolati con cereali e leguminose fioccati in grado di fornire al cavallo una sorta di pasto unico. Trovo sbagliato sostituire completamente il fieno con questi prodotti, perché non bisogna mai dimenticarsi che il cavallo ha bisogno di masticare per un certo numero di ore nel corso della giornata, altrimenti rischia di sviluppare gastriti e problemi comportamentali.
Le polpe di barbabietole sono un sottoprodotto della lavorazione delle barbabietole da zucchero; una volta sottratto lo zucchero, il resto della pianta viene lavorato e le polpe che rimangono utilizzate per l’alimentazione dei cavalli. Anche se sono ricche di calcio e forniscono al cavallo circa 1000 kcal ogni 1/2 kg di prodotto (dose raccomandata), le polpe da sole hanno un valore nutritivo piuttosto basso e dunque non andrebbero utilizzate come unico alimento: hanno pochi zuccheri e sono basse in proteine e sali minerali. Per compensare queste carenze molte ditte mangimistiche tendono formulare dei prodotti commerciali che pur utilizzando le polpe di barbabietola come ingrediente principale, variano tra di loro in funzione del tipo di lavorazione e delle varie aggiunte, in termini appunto di sali minerali, probiotici, melasso o altre fonti di fibra come, ad esempio, la crusca. Queste varianti ne fanno prodotti che variano tra loro in appetibilità e valori nutrizionali.
La caratteristica principale di tutti questi prodotti rimane comunque quella di essere povere di zuccheri, ricchi in fibre digeribili per l’80% e di avere un valido effetto probiotico nei confronti dei numerosi batteri che popolano il grosso intestino dei cavalli. La buona salute del microbiota (l’insieme di batteri, lieviti e protozoi che popolano il grosso intestino) riveste un’importanza fondamentale, ed eventuali dismicrobismi sono alla base di molti episodi di colica, anche gravi.
Essendo ricchi di fibre, come per il fieno, anche le polpe di barbabietola vengono convertite dai batteri dell’intestino in acidi grassi volatili, poi assorbiti per diventare una fonte energetica. L’energia così prodotta, a differenza di quella fornita dai cereali, non causa repentini rialzi della glicemia e dell’insulina nel sangue e viene rilasciata in maniera più continuativa e costante.
Questa caratteristica rende i prodotti a base di polpe di barbabietola un alimento adatto ad essere usato quotidianamente per favorire il transito intestinale e la sua salute generale dei cavalli, ma anche per aiutarli ad ingrassare e a gestire meglio problemi di stomaco, come la gastrite e l’ulcera gastrica.
Tutti i prodotti a base di polpe di barbabietola non vanno mai e poi mai somministrati asciutti, perché la loro principale caratteristica fisica è quella di gonfiarsi a contatto con i liquidi, e se si gonfiano nell’esofago o nello stomaco creano un vero e proprio tappo denso, causa di gravi ostruzioni esofagee che necessitano sempre dell’intervento del veterinario. Normalmente sono degli sfarinati che richiedono poco tempo in “ammollo”, ma ne ho provate alcune confezionate sotto forma di pellet, che richiedevano più tempo prima di essere pronte per il cavallo e che onestamente mi sono piaciute decisamente meno delle altre.
Una volta bagnate con una giusta quantità di acqua, possibilmente calda, il tempo di attesa varia a seconda del tipo di prodotto e della temperatura dell’acqua, ma è comunque importante, prima di somministrarle, valutare ad occhio che il composto si sia gonfiato bene e che non sia rimasto nulla di ancora asciutto o poco imbevuto.
Generalmente la dose che raccomando è di 1/2 kg di prodotto diluito in circa 3 litri di acqua calda, anche se è importante leggere sempre le indicazioni scritte sulla scheda del singolo prodotto. A mio parere le barbabietole più bagnate sono meglio è quindi, senza che diventino un brodino da bere, aggiungete sempre acqua calda in abbondanza, soprattutto in inverno.
Essendo molto appetibili i cavalli le adorano e per somministrare medicine e integratori sono perfette.
Come ho già spiegato in altri articoli la fibra ha un ruolo primario nell’alimentazione degli equini e dunque il fieno per loro deve essere sempre buono e abbondante, mentre altre fonti di fibra più facilmente digeribili dovrebbero essere prese in considerazione come aggiunta quotidiana alle normali razioni, in modo da favorire la buona salute dell’intestino e intanto fornire dell’energia maggiormente disponibile sul lungo periodo, senza dover caricare i cavalli con razioni di cereali troppo abbondanti. I composti a base di polpe di barbabietola somministrati a questo scopo vanno molto bene perché appetibili, facilmente digeribili per il cavallo e assolutamente adatti a mantenere in salute i complessi microorganismi che popolano l’intestino e con il loro lavoro ne permettono il buon funzionamento.
Carlotta Caminiti DMV
Centro Veterinario Equino Le Cicogne
www.lecicogne.com