Abbiamo avuto il piacere di intervistare il Sig. Corrado Russomando, unico proprietario del cavallo For Passion, fedele compagno di gara del nostro cavaliere azzurro Daniele Augusto Da Rios.
R.A.: Sig Russomando come è nata la sua passione per il mondo dell’Equitazione?
C.R.: Per “colpa” di mia figlia Veronica, che mi ci ha trascinato letteralmente dentro. Ha avuto però vita facile perché amo gli animali in genere: cani e cavalli sono i miei preferiti.
R.A.: Da quanto tempo è proprietario di questo straordinario stallone?
C.R.: Da 5 anni. Accompagnai mia figlia a cercare un cavallo in Germania, Daniele me lo mostrò e io me ne innamorai a prima vista. Lo comprai, dandoglielo poi da montare e allenare. Daniele ha fatto davvero un gran lavoro e For Passion l’ha ripagato permettendogli di raggiungere livelli a cui mai era arrivato.
R.A.: Lei e Daniele avevate subito intuito che il cavallo si sarebbe rivelato in grado di competere ai vertici del Salto Ostacoli mondiale?
C.R.: Assolutamente no. Premesso che io non ne capisco quasi nulla, mi sono fatto trascinare più dal feeling e da sensazioni interiori che da valutazioni oggettive. Mi avevano colpito il carattere mansueto, per nulla schizzato come invece era quello della cavalla di mia figlia Veronica, il suo galoppo compassato e potente, la naturalezza con cui si avvicinava e superava il salto.
R.A.: Come unico proprietario di For Passion, che emozioni ha provato nel veder crescere il suo cavallo anno dopo anno fino a raggiungere i massimi livelli di questo sport?
C.R.: Emozioni uniche, diverse da quelle provate in altri momenti o sport. Non ti aspetti nulla, mese dopo mese vedi che quel “gigante buono” è capace di superare altezze che, insieme al suo cavaliere (Daniele n.d.r.), ti eri spesso domandato se fossero alla sua portata.
Lo vedi gareggiare ufficialmente in competizioni sempre più “ricche di stelle“ sia in senso descrittivo come CSIO a tre, quattro o cinque selle, sia in senso di rango di cavalli e cavalieri. Sei preoccupato, pensi che forse stai esagerando chiedendogli di competere con cavalli così blasonati e invece scopri che è assolutamente alla pari!
Pensi “Wow, guarda “XXXX”, è un elicottero, vola fuori dei pilieri!”, poi vedi il tuo tenero For Passion ed esclami “Cavolo, anche lui vola, chi lo avrebbe mai immaginato!”.
R.A.: Secondo lei perché in Italia l’acquisto di un cavallo molte volte non viene considerato come un vero e proprio investimento?
C.R.: Perché ci sono troppe complessità legate al mantenimento, all’allevamento e crescita sportiva del cavallo, interessi contrapposti non sempre evidenziati con correttezza e trasparenza. Un mondo velato un po’ da ombre che ne offuscano la bellezza.
R.A.: Che problemi riscontra come proprietario di cavalli nel sistema equestre italiano?
C.R.: Sei lasciato a te stesso. Se succede, come nel mio caso, di trovarti ad essere proprietario di un cavallo che diviene uno dei pilastri della nazionale ti vengono date tante pacche sulle spalle ma niente di più!
Si chiede la tua collaborazione nel dire “no” alle offerte sempre più elevate che ti arrivano pur di non indebolire la squadra, ma aiuti concreti quasi zero. Così, tu ti tieni gli oneri e “spartisci“ gli onori, se mai qualche buon risultato dovesse arrivare. Anche gli sponsors sono latitanti, solo pochi fortunati ricevono qualche aiuto economico.
La cosa più deludente è costatare che in occasione di successi importanti tutta l’attenzione va al cavaliere, come se il cavallo ed il suo proprietario in quel momento non esistessero.
In Data 17/09, pubblichiamo un’ulteriore dichiarazione del Sig. Russomando in merito alla sua intervista:
“Mi dispiace che alcune mie dichiarazioni circa i problemi riscontrati quale proprietario di For Passion siano state recepite non come dette in generale, ma riferite a chi attualmente si sta adoperando per fare risalire al top internazionale la nostra equitazione .
Voglio perciò chiarire che, in tempi recenti, persone quale il Cavaliere Orlandi o il direttore Hans Hoorn si sono adoperate per cercare di dare una mano a cavaliere e proprietà.
Questo fa vedere un cambio di atteggiamento, dimostra che si è capito che solo con la collaborazione tra Federazione e proprietari si può tentare di difendere il parco cavalli.
Per loro si tratta sicuramente di un compito arduo, visti i mezzi limitati, ma io personalmente ho apprezzato che ci stiano provando e sono fiducioso che partendo da ciò che già hanno ottenuto, riescano a concretizzare un contributo commisurato a costi di mantenimento, agonismo e valore del cavallo.
Per ora non ho venduto il cavallo, proprio per loro e per il mio grande Daniele che lo sta accudendo come un bambino facendolo crescere giorno dopo giorno.”