Fasce da riposo? Utilissime ma spesso abusate

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fasce da riposo back on track

I cavalli sportivi sono sicuramente buoni candidati a portare le fasce da riposo se presentano problemi ortopedici nella parte bassa delle gambe. Questo però non significa che sia giusto metterle indistintamente a tutti i cavalli della scuderia anche se non ne hanno realmente bisogno.

Molto spesso arrivano in clinica cavalli senza alcun problema ortopedico apparente a tendini o legamenti, magari solo per un periodo di vacanza, ma con al seguito fasce da riposo da mettere a tutte e quattro le gambe. Per molti cavalli sportivi le fasce sembrano essere indispensabili e molti proprietari non riescono proprio di farne a meno, per ragioni che spesso non conoscono neppure loro. Infatti, quando gli chiedo perché le mettono, mi guardano come fosse una cosa scontata e la risposta è quasi sempre quella “perché è un cavallo sportivo”.

Anch’io, quando ero giovane e inesperta e mi davo molto daffare affinché le mie cavalle stessero sempre al meglio, mi sono ritrovata a fare montagne di fasce da riposo inutili, ma quando ho avuto più nozioni a riguardo e sono riuscita ad analizzare la situazione con più cognizione ho smesso immediatamente di metterle ai cavalli sani.

Io in realtà adoro le fasce fatte bene, perché a mio avviso rimangono un ottimo ausilio terapeutico per quei cavalli che hanno patologie ortopediche che coinvolgono la parte bassa delle gambe, ma se usate quotidianamente su cavalli “sani” a lungo andare perdono di efficacia.

Nella maggior parte delle scuderie i cavalli vengono tenuti fasciati per contrastare il gonfiore alle gambe da stasi venosa, legato quasi sempre allo scarso movimento la maggior parte dei cavalli sono costretti quando trascorrono quasi l’intera giornata tra le quattro mura del box. Il movimento, infatti, oltre a favorire la salute mentale di un animale che in natura si sposterebbe continuamente, garantisce la corretta circolazione del sangue, soprattutto in una regione naturalmente poco irrorata come le gambe. Il gonfiore non infiammatorio, è dunque molto spesso causato da un ristagno venoso.

Detto questo viene da sé che, se ai cavalli viene data la possibilità di muoversi regolarmente, sia lavorando che nel tempo libero, soprattutto al paddock, hanno meno bisogno di portare le fasce.

Già non amo vedere i cavalli nella maggior parte delle scuderie costretti a stare ore e ore fermi nel box con magari poco fieno a disposizione, ma quelli con due o addirittura tre coperte sulla schiena e le fasce a tutte e quattro le gambe, mi fanno veramente pena. Per non parlare dell’estate, quando con 30°C e oltre si vedono dei poveri cavalli con le fasce di lana e magari sottofascia imbottiti.

Non è che i cavalli siano atermici… quello che può andar bene in inverno può non funzionare d’estate e viceversa.

Spesso mi viene da pensare che chi si occupa di questi cavalli non sia davvero in grado di mettersi nei loro panni; la loro indole di animali predati, non gli permette di manifestare apertamente quando qualcosa li infastidisce, e quindi il più delle volte subiscono passivamente questa vestizione forzata basata sulla apparente saggezza popolare. Esistono anche dei fantastici cavalli che, proprio come il mago Houdini, aspettano che in scuderia le luci si spengano e tutti se ne vadano per fare a brandelli coperte e fasce con l’intento di spogliarsi da soli. Quelli più bravi lo fanno senza danneggiare nulla e hanno davvero tutta la mia ammirazione, gli altri sono davvero odiosi e fanno venire un gran nervoso a molti cavalieri.

Sono sempre dell’idea che meno cose i cavalli hanno addosso meglio si sentono, proprio perché tutto ciò che gli causa un qualche impedimento al loro normale movimento può diventare un disagio. In natura potersi muovere liberamente per loro è fondamentale perché devono continuamente cercare nuovi pascoli e poter scappare velocemente dai pericoli, se ce ne fosse bisogno.

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E allora che fare?

Naturalmente non è possibile in inverno avere cavalli sportivi magari tosati non coperti, ma sicuramente non vorrei vedere cavalli sani con inutili fasce da riposo tenute anche per 24 ore al giorno.

Anche se siete fan delle fasce e volete a tutti costi metterle al vostro cavallo, non potete comunque lasciargliele addosso tutto il giorno; le fasce da riposo andrebbero tolte al mattino e rifatte alla sera, lasciando le gambe libere nel corso della giornata.

Questo spesso nelle scuderie non lo fanno, perché per togliere le fasce ci vuole un po’ di tempo, non tanto, ma moltiplicato per tutti i cavalli può diventare impegnativo.

A questo punto sarete convinti che io non ami le fasce, ma non è assolutamente vero: come vi ho accennato all’inizio, le ritengo un ausilio terapeutico molto utile. Un’area infortunata, soprattutto con un problema cronico, se viene mantenuta calda avvertirà meno dolore e riceverà più sangue; questo significa un maggior apporto di nutrienti utili alla guarigione e l’eliminazione più rapida dei cataboliti infiammatori, che invece la guarigione la rallentano.

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Per decidere se tenere fasciato un cavallo ricoverato qui in clinica, mi baso essenzialmente sulla diagnosi e sull’età del problema. Se al cavallo è stata diagnosticata una patologia a tendini o legamenti nella parte bassa delle gambe, normalmente la notte lo teniamo fasciato. La mattina leviamo le fasce e il cavallo per tutto il giorno rimane libero così da muoversi liberamente e fare tutte le terapie di cui ha bisogno.

Quando si fanno le fasce da riposo è importante tenere in considerazione anche i sottofascia che, rimanendo a contatto con il cavallo, devono avere determinate caratteristiche. Io non amo per niente quei sottofascia grandi come un lenzuolo e spessi come un piumino da letto, decisamente troppo ingombranti. In molte scuderie preferiscono utilizzarli perché, se malauguratamente si sbaglia a fare la fascia, il sottofascia sottostante evita che si creino pressioni che, stringendo troppo il tendine, possono addirittura lesionarlo.

Dato che non è obbligatorio fare le fasce al cavallo se non servono, se proprio bisogna farle diventa obbligatorio saperle fare bene, in modo da non rischiare di far danno. Se il cavallo ha realmente la necessità di portare le fasce e non siete sicuri di riuscire a farle correttamente, potete ovviare al problema utilizzando fasce “preconfezionate”, come gli stable boots. Facili da mettere e togliere, velocizzano molto l’operazione e per questa ragione si vedono sempre di più nelle scuderie. Ce ne sono di più o meno cari e sono molto pratici: si mettono e si tolgono con il velcro, un po’ come le stinchiere, e anche i groom non hanno così più la scusa di impiegare troppo tempo a togliere e mettere le fasce.

back on track fasce da riposo

Le fasce da riposo vanno fatte partendo sempre dal primo terzo della parte anteriore dello stinco, dove c’è l’osso.

Si scende poi verso il nodello, stando attenti a procedere con la giusta tensione verso il basso, sovrapponendo la fascia sempre sulla metà del giro precedente. Appena sotto al nodello è importante far fare alla fascia 2 giri, in modo da dare a questa zona il massimo sostegno.

Non bisogna mai stringere troppo impedendo al sangue di circolare liberamente, ma non si può neppure lasciare la fascia troppo molle, altrimenti durante la notte potrebbe scendere portandosi tutta verso il nodello. Se questo dovesse accadere si rischia di avere un’alterata compressione sul tendine, che, se permane per troppe ore, può causare lesioni difficili da guarire.

I sottofascia devono essere semplici da gestire per chi deve fare la fascia e confortevoli per il cavallo che li ha addosso per tante ore. Sottofascia troppo spessi e abbondanti sono decisamente invadenti senza che vi sia alcun aumento di efficacia rispetto ad altri più piccoli e confortevoli.

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Quando si vanno ad acquistare bisogna soprattutto valutare che abbiano la misura corretta in funzione di come e dove li dobbiamo utilizzare (cambiano molto in funzione della taglia del cavallo e tra anteriori e posteriori), e che siano di un tessuto di qualità facilmente lavabile in lavatrice.

In base proprio all’utilizzo esclusivamente terapeutico che personalmente faccio delle fasce da riposo, e della mia continua ricerca di tessuti tecnici in grado di potenziare l’effetto riscaldante della fascia, devo dire che già da molti anni utilizzo dei sottofascia “curativi” in grado di riflettere il calore prodotto dal cavallo e quindi di mantenere un calore in grado di favorire la circolazione sanguigna. Questi sottofascia prodotti da una azienda svedese che si chiama “Back on Track”, non sono eccessivamente imbottiti, vengono venduti in diverse misure e sono molto confortevoli per il cavallo. Anche se più costosi dei sottofascia tradizionali hanno a mio parere più senso se si vuole ottenere dalla fasciatura il massimo potere terapeutico.

Se si ha difficoltà a fare le fasce, “Back on Track” produce anche degli Stable Boots molto belli e pratici, sia per le gambe che conformati per le articolazioni, carpo e garretto in particolare.

I sottofascia vanno spazzolati tutti i giorni insieme alle fasce perché non rimangano attaccate pagliuzze o trucioli fastidiosi se vengono a contatto con la pelle e, periodicamente, vanno lavati con acqua e detersivo affinché rimangano sempre morbidi.

Ma ricordate sempre che un giusto movimento quotidiano può contribuire ad evitare di dover utilizzare inutili fasce, che invece possono diventare un ottimo ausilio terapeutico su cavalli con patologie ortopediche che coinvolgono soprattutto tendini e legamenti.

Carlotta Caminiti DMV

Centro Veterinario Equino Le Cicogne
www.lecicogne.com

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