Dalla coltivazione dei campi a valore sociale e sportivo: ecco come cambia la vita degli equini in 120 anni di Fieracavalli

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Dalla coltivazione dei campi a valore sociale e sportivo: ecco come cambia la vita degli equini in 120 anni di Fieracavalli.

Marcello Carraro, “lieto di aver contribuito a dare ai cavalli il loro giusto posto accanto all’uomo” 

Centoventi anni e non sentirli. O, magari, sentirli tutti. Ma non certo come un peso. Non a caso, Fieracavalli – prima edizione nel 1989 – è riconosciuta, dal 1950, come la manifestazione leader del panorama equestre mondiale.

Importante, autorevole, carica di storia e, al tempo stesso, di prospettive, soffia su 120 candeline con un evento inedito: il “120×120 Gran Premio Fieracavalli” (Verona, 25-28 ottobre).

E’ il salto ostacoli – disciplina olimpica e “specialità regina” nel mondo equestre, con 22.136 atleti impegnati nelle gare internazionali e 30.000 praticanti FISE – a celebrare questa edizione speciale. Veronafiere chiama, l’Italia del salto risponde: 120 binomi, in rappresentanza di 15 regioni, sono pronti a scendere in campo, nel padiglione 8 – lo stesso della Longines FEI World Cup – per affrontare i percorsi ideati da Paolo Rossato. Quattro giorni di gara, 9 categorie (da 1 metro e 15 a 1.35) e un montepremi complessivo pari a 50.000 euro.

Diciassette i binomi veneti in campo, tra giovani e senior: spicca su tutti Marcello Carraro, amministratore delegato della “Antonio Carraro”, azienda veneta, fondata nel 1910, leader mondiale nella produzione di trattori per l’agricoltura.

E’ lui la testimonianza vivente della “promozione” del cavallo, passato dall’essere un mezzo agricolo a un compagno di sport e di vita. “In Italia, questo passaggio è avvenuto irreversibilmente nel Dopoguerra – ha commentato Marcello Carraro – mentre in altre nazioni è ancora da compiere. Sono stato recentemente in un paese della Turchia e ho assistito con i miei occhi a quanto accaduto da noi oltre 50 anni fa: i miei trattori hanno appena sostituito i cavalli all’interno di un’azienda agricola che raccoglieva ciliegie su rapidi pendii”. Un business dal retrogusto umano per un uomo che ama i cavalli da quando è nato e monta da 48 anni nella disciplina del salto ostacoli.

Ricordo la Fieracavalli di quando ero bambino – testimonia – ed era per lo più una fiera agricola con molti cavalli da tiro e da attacco e pochissimi esemplari da sport. Via via, negli anni, si è evoluta di pari passo con la tecnologia. E anche questo posso testimoniarlo di persona”.

Marcello Carraro è stato un saltostacolista di primo livello, ha rappresentato l’Italia in una decina di Coppe delle Nazioni e ha parallelamente supportato cavalieri come Alberto Zorzi, Gianni Govoni e Giacomo Casadei (quest’ultimo neo-eletto campione olimpico giovanile).

Alberto Zorzi era molto giovane quando montava i miei cavalli. Gianni Govoni ha attualmente Quirama Il Palazzetto, nata a Padova da Rory Marzotto e da me acquistata a 6 mesi. La montò anche Zorzi quando aveva 4 anni. E’ una cavalla in cui crediamo tanto. Giacomo Casadei è un talento incredibile sul quale punterò molto. Nella mia vita ho montato molti cavalli, raccogliendo numerose soddisfazioni sportive, ma la mia è una pura passione e mi reputo un dilettante. I miei cavalli invecchiano in casa, il più longevo ha avuto 34 anni. Quelli venduti li ho poi ricomprati a fine carriera o quasi. Ho un allevamento, con molti puledri. Insomma, in scuderia, ho attualmente 50 equini, che vanno da 3 mesi e 28 anni. Mi reputo un uomo fortunato perché ho sempre avuto a che fare con cavalli speciali”. Sui 120 anni di Fieracavalli dichiara: “Li festeggio in prima persona, lieto di aver contribuito a dare ai cavalli il loro giusto posto accanto all’uomo, non più come mezzo di lavoro ma come amici preziosi in gara e nella vita di tutti i giorni”.

 

 

 

 

Foto ©Ennevi//fonte: cs