Altro che jogging: tutti a cavallo!

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Quante volte ci siamo dovuti sorbire dai ‘non equestri’ le famose frasi “l’equitazione non è uno sport” e “tanto fa tutto il cavallo”? Ebbene, ecco la smentita: al di là dell’impegno a livello mentale che richiede il nostro sport, noi cavalieri facciamo anche molto moto e coinvolgiamo diversi muscoli del nostro corpo durante le sessioni di lavoro, come ad esempio gli addominali durante il trotto e galoppo seduto.
Secondo una ricerca pubblicata sull’International Journal of Exercise Science dallo specialista in equini e professore universitario in scienze animali Dr.Dennis Sigles, membro della texana A&M AgriLife Extension Service, andare a cavallo equivarrebbe a fare jogging e si brucerebbero circa 400 calorie al giorno.
L’obiettivo dello studio era stimare la quantità di energia spesa durante le attività equestri ad alta intensità e il Dr.Sigles ha deciso di optare per le discipline del reining e del cutting, più una sessione di lavoro in piano. La ricerca ha coinvolto 20 binomi che hanno dovuto completare tre test: 45 minuti di lavoro in piano, un pattern di reining e uno di cutting, mentre indossavano un dispositivo per la rilevazione telemetrica di battito cardiaco, frequenza respiratoria, ventilazione pomonare, consumo di ossigeno e produzione di diossido di carbonio.
I risultati? Le “cavie” consumavano più energia, riportando un battito cardiaco elevato, durante le prove di reining e cutting, ovvero 7 calorie al minuto contro le 200 di una intera sessione da 45 minuti di lavoro in piano. Sigler ha concluso che i cavalieri impegnati in reining e cutting vengono sottoposti ad un esercizio più intenso ma di breve durata, mentre il lavoro in piano garantisce un più elevato dispendio di energie in totale.
Insomma, ogni disciplina ha il suo dispendio di calorie, ma di sicuro tutte fanno bene alla nostra salute non solo fisica ma anche e soprattutto mentale. Non è una novità: passare almeno un’ora all’aria aperta fa bene, se poi a cavallo ancora meglio viste le loro innate “proprietà terapeutiche”, vedi anche il loro largo impiego nella riabilitazione equestre.
Autore: Cecilia Casadei
Fonte: HorseTalk