Equitazione sui giornali. Quante volte abbiamo sperato di imbatterci in una pagina dedicata al nostro sport sfogliando un quotidiano? Troppe. Eppure non ci si spiega come mai uno sport così diffuso a livello nazionale e che vanta anche uno stuolo di appassionati degno del basket, non venga inserito regolarmente nelle pagine dedicate agli “altri sport”.
Come mai lo consideriamo ancora di nicchia, poco interessante ai più? Sono veramente tanti i tesserati presso la FISE in ogni regione d’Italia, senza contare che non è la regola parlare per forza di gare e risultati: ci sono tantissimi argomenti sui quali spaziare quando si parla di cavalli e uno che attira da sempre molti appassionati è l’equiturismo o trekking a cavallo. Ogni settimana e nei weekend, si organizzano eventi in sella alla scoperta delle zone più belle del nostro Paese, riteniamo che anche solo per promuovere e valorizzare il territorio queste manifestazioni meritino almeno la menzione sui giornali.
E’ vero, diversi quotidiani anche di grande rilievo nazionale hanno pubblicato news su eventi di equiturismo, ma non si tratta della regola; per non parlare di tutto il resto, delle numerose gare e nomi dell’equitazione nostrana che figurano ai primi posti sul podio nelle competizioni internazionali più prestigiose di ogni disciplina equestre. Le uniche notizie che riguardano cavalli e cavalieri sui giornali riguardano fatti di cronaca, principalmente nera.
Il nostro è uno sport in piena regola, tanto che è persino incluso nelle Olimpiadi. Il motivo per il quale non susciti abbastanza attenzione da parte dei giornali rimane ancora un mistero e dobbiamo affidarci alla stampa di settore o al web per goderci notizie, curiosità e risultati dal mondo equestre. E’ un peccato, perché sarà sempre abitudine italiana sfogliare il giornale al bar o durante un viaggio in metro verso l’agognato momento dell’entrata in ufficio e fra queste persone ce ne sarà sicuramente qualcuna interessata all’equitazione, quindi perché deluderli?
Una menzione a parte merita l’ippica. Il mondo delle corse trova invece da sempre rilievo nei quotidiani, ma qui la risposta viene da sé e si può riassumere nella parola “scommesse“. Sì, perché nonostante l’ippica sia un bellissimo mondo popolato da appassionati di tutte le età, fantini e scuderie dai nomi noti a livello mondiale e cavalli che hanno fatto la storia, la prima associazione che viene fatta con questa splendida declinazione dell’equitazione coinvolge solo soldi e.. business. Si pensa subito a cavalli come strumento per finanziare un sistema in cui la fortuna sembra non influire più, dove le corse sono truccate e i protagonisti dopati e sfruttati per la vittoria.
Non si possono chiudere gli occhi e affermare che non ci sia del vero, ma è una verità a metà: l’ippica è solo una delle discipline equestri in cui la truffa gira, basti guardarsi intorno anche sui campi gara del salto ostacoli, e in ogni caso non è mai salutare fare di tutta l’erba un fascio. Quello che non passa è la passione, ancora una volta, e anche in questo caso i cavalli finiscono sulla carta stampata dei quotidiani come mero “mezzo di resoconto” della scommessa, non per le loro gesta o per la storia di quel fantino che ha accompagnato il cavallo di una vita verso la fine, per vecchiaia.
Quando si parla di animali c’è tanto da raccontare e i cavalli ci hanno dato e ci daranno sempre molto. Per questo siamo convinti che l’equitazione sportiva meriterebbe un’intera pagina nei quotidiani, come appuntamento del weekend, quando si tengono la maggior parte delle competizioni. Diamo spazio a chi ha tanto da dimostrare e a chi ha altrettanto da raccontare, perché il nostro sport può essere anche fucina di informazione interessante non solo per chi è cresciuto con i cavalli ma anche per chi lo segue o può, leggendo, appassionarsene.
La nostra vuole solo essere una riflessione e non una polemica, una sorta di presa di coscienza su quello che rappresenta il nostro sport per i media. Non è più appannaggio di pochi, adesso ci sono diverse occasioni per avvicinarsi al cavallo e chiunque può farlo, a modo suo.
Autore: Cecilia Casadei
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