L’EQUITAZIONE “AL FEMMINILE”

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L'EQUITAZIONE "AL FEMMINILE"

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Basta frequentare qualsiasi maneggio o ambiente equestre per arrendersi all’evidenza che questo mondo è femminile.

Circa il 70% dei tesserati, e probabilmente dei praticanti, sono ragazze e donne, ma è anche vero che l’agonismo falsa un po’ le carte: la loro presenza diminuisce quando la pratica diventa competizione, ciò nonostante nelle classifiche di alto livello la loro presenza non manca, spesso proponendo un’equitazione sentimentale oltre che tecnica.

Per secoli, l’andare a cavallo era all’appannaggio dell’uomo, del guerriero e del militare; anche se una dovuta parentesi andrebbe aperta riguardo alle amazzoni, entreremmo in un discorso dove si mischia mito e storia, e del quale, probabilmente, parlerò in un altro articolo.

femmine 2La donna quindi, è stata inizialmente tenuta lontana dai cavalli, per poi progressivamente trovare il suo spazio, seppure adottando una monta specifica detta “all’amazzone”: più “adeguata” al genere femminile che non indossava i pantaloni, caratterizzata da una sella speciale e una monta che prevedeva le due gambe da un lato, ma che non impediva, anche se non nel migliore dei modi, di praticare tutte le discipline.

Seppure ancora riservato alle donne dell’alta società fino alla fine dell’ottocento, il passaggio da un’equitazione di tipo militare a quella sportiva e del tempo libero durante il XX secolo, favorirà l’apertura delle porte al mondo femminile nell’andare a cavallo, e se nel 1914 era ancora buon uso montare all’amazzone, nel 1930 il regolamento permise di sedersi a cavalcioni.

Nella seconda metà del XX secolo, seguendo i movimenti sociali dell’emancipazione femminile, i centri e le strutture equestri, diventarono sempre più numerose, offrendo un equitazione diversificata e “per tutti”, di conseguenza, sifemmine 3
riempirono di ragazze e donne che trovavano un ambiente corrispondente appieno alla loro natura,oltre che un modo di affermarsi alla pari con l’uomo.
Presto, in molti paesi d’Europa, l’equitazione, seppur disciplina mista, divenne la prima federazione al femminile: ma la competizione di alto livello rimaneva maschile.
Il perchè di ciò si può spiegare con vari argomenti: l’entrata massiccia del genere femminile in un attività maschile tende a fare “scivolare” gli uomini da questa attività verso un settore specifico, in questo caso l’agonismo di alto livello.
Un altra spiegazione è legata al rapporto che hanno le donne con il cavallo, cioè un approccio più sentimentale nel quale “l’utilizzo dell’animale” va alla pari con la sua cura sotto tutti i suoi aspetti.

Il XI secolo ha messo in evidenza questa differenza di approccio, dove si contrappongono l’avvicinamento al femminile, non utilitarista ma sentimentale, e quello maschile, con un uso razionale dell’animale, ereditato dall’Uomo di cavalli, che ha nel
mezzo un ventaglio di sfumature che conciliano l’uso del cavallo e i sentimenti.

 

 

Autore: Frederik Durand