L’equitazione etologica non troppo logica

2 di admin

Troppo spesso sentiamo dire che sia naturale per i nostri cari equini, avere un umano seduto (spesso male) sulla propria spina dorsale.

Non c’è nulla di naturale nel lavorare un cavallo, che sia  da terra o montando sulla sua schiena, che usiamo un morso o no, non ha importanza; come il pareggio naturale  esiste solo in natura.

Le parole: naturale ed etologia si sentono ad oltranza nel nostro ambiente, perchè ?

Ebbene, perchè  fa vendere, seduce la nostra coscienza e ce la mette a posto. Se vogliamo veramente praticare “un passatempo, un hobby o un arte naturale” con i cavalli, proviamo l’osservazione degli equini liberi, ma facendosi piccoli e silenziosi.

Oggi, purtroppo, basta fare uno stage di qualche settimana o  mese, da un altro cavaliere o in una scuola specializzata per autoproclamarsi “addestratore e/o sussurratore professionista” o peggio ancora “etologo”.

Basta curare il look che il pubblico si aspetta, imparare a memoria qualche frase chiave, creare un bel sito internet,  pubblicizzarlo sui social network ed è fatta.

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Ma un sussurratore, non dovrebbe essere un vecchio uomo con tanta esperienza, che ha visto centinaia, se non migliaia di cavalli passare sotto le sue mani, uno che si è fatto da solo, grazie ai suoi errori ed esperienze personali, uno che si è “fatto” prendendo calci ?

Come possiamo pensare che bastino pochi mesi in una scuola ben rodata e pulita in Montana, imparando un unico metodo per autoproclamarsi pro o etologo.

 

Ci dimentichiamo che servono tanti anni di studio per diventare etologo, una parola usata ad oltranza, principalmente a scopo di lucro: centinaia di corsi di formazione fioriscono un po’ dappertutto, facendo sembrare che non servano più lunghi anni di studi universitari,  dando la possibilità  di avere una carta ufficiale, per velocemente “essere”, invece di prendere il tempo di studiare ed accumulare esperienza.

Per di più, gli etologi sono molto più impegnati a studiare il comportamento di numerosi animali selvaggi, allo scopo spesso di salvaguardare una specie in via d’estinzione, e di conseguenza, non hanno ne il tempo ne la voglia, di tenere corsi o di dedicarsi ai nostri animali per un futile bisogno dei cavalieri e tanto meno di farne un business.

Chiaramente questo discorso non ha senso, se considerate che costringere un cavallo con il  condizionamento psicologico, materiali vari e desensibilizzazione è etologico.

 

Le stesse federazioni iniziano a trovare un interesse economico per accontentare le persone in cerca di equitazione più naturale, creando corsi e scuole, con alla fine un “pezzo” di  carta ufficiale.

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Davanti al moltiplicarsi di questi  pseudo etologi, è giusto ricordare l’essenza vera dell’etologia: è un mestiere che studia gli animali nel loro ambiente naturale, quando li mettiamo anche soltanto in un prato recintato (spesso elettrico) non e più etologia, molta gente usa questo termine in modo sbagliato per trarne, ancora una volta,  benefici economici.

Il mondo attuale, compreso quello del cavallo, è una grande macchina per fare soldi e troverà sempre migliaia di ragazze col sogno di diventare addestratrici di cavalli: la macchina può dormire tranquilla.

Si  giustificano spesso con le solite frasi fatte: “usiamo le conoscenze etologiche sui cavalli per addestrarli” “hanno bisogno di un leader e di un lungo stick, vanno dove la pressione diminuisce…” !?

Ma allora, tutti i grandi, o meno grandi écuyers fanno etologia da più di 400 anni ?

Con quale giustificazione viene utilizzata una barriera, una corda, una costrizione prolungata, una brutta capezza e degli esercizi a terra, per fini etologici ?

Alla fine ci ritroviamo con una marea di giovani ragazze, fresche, uscite delle loro scuole, “diplomate  sussurratrici”, pronte ad essere mangiate crude dall’avido mondo equestre.

Frédérik Durand