Ci sono esperienze che, seppur sembrano scontate, è giusto viverle: se non altro, ti possono aiutare a rinforzare delle conoscenze ed aprirti nuove porte.
Una di queste esperienze è stata ritrovarmi molto distante da casa mia, confrontandomi con una lingua sconosciuta, che ovviamente impediva anche la più basica delle comunicazioni: ero appena sbarcato in Giappone, per un’esperienza lavorativa che è durata qualche anno.
Di fronte a una cultura e una mentalità completamente diversa della tua, capire la società e le persone che incontri, diventa con cosi poco tempo a disposizione, una sfida persa in partenza.
E’ proprio in questo momento di sconforto e incomprensione che, entrando in una scuderia, ti ritrovi davanti al tuo amico di sempre, e immediatamente il dialogo si apre, la comunicazione c’è.
Non sei più uno straniero, un gaejin, in un mondo sconosciuto, ma sei uno di loro, e fiero di esserlo.
Certo questo amico non ha bisogno di una lingua per comunicare, non ha nemmeno frontiere, ma è proprio questa la sua forza: lui non ha nessun problema, in qualsiasi parte del pianeta, a trovare il suo posto e a socializzare con la sua specie, ovunque lui sia.
Alla faccia “dell’ Uomo pseudo superiore ed evoluto” il quale, appena passa una frontiera, perde i suoi riferimenti.
Non potete immaginare quanto sia stato importante all’inizio, emotivamente e professionalmente, ritrovare tanti di questi riferimenti: appena sentivo il loro odore e i nitriti, ero a casa.
Imparate il linguaggio dei cavalli ragazzi !
Vi sarà più utile delle redini d’appoggio o della gamba di posizione.
Frédérik Durand