Insegnare ad insegnare: pedagogia generale

1 di admin

Il primo capitolo di un argomento che ho a cuore, l’insegnamento: da quando alla mia passione per i cavalli, si è aggiunta quella per l’equitazione, ho scoperto anche, la passione per l’insegnamento.

Lasciando ai miei allievi, nel bene e nel male,  il risultato del mio insegnamento, preferisco condividere riflessioni riguardando la pedagogia e i metodi, ispirandomi molto agli anni di esperienza di Luc Pirick.

Pedagogia generale

La pedagogia è la scienza dell’educazione, che permette a colui che possiede un sapere, un sapere pratico o un modo di essere, di trasmetterlo ad un altra persona, che non lo possiede ancora.

E’ quindi una scienza totalmente universale.

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Siamo tutti chiamati a fare della pedagogia quando diamo un’indicazione, guidiamo, mostriamo,  spieghiamo e ovviamente insegniamo.

Nello stesso modo, tutte le conoscenze, tutti gli atti, tutti  i modi di adattarsi all’ambiente, fanno parte di un’azione pedagogica, visto che serve impararli.

Solo l’innato , profondamente sepolto nei geni della specie,  non fa parte del campo pedagogico.

L’educazione è qualcuno che insegna qualcosa a qualcun’altro, con lo scopo di sviluppare in lui una nuova funzionalità. Esiste una catena di elementi, di cui ogni anello è necessario: se  uno solo è  carente,  tutta l’azione educativa è destinata a un fallimento.

La personalità dell’insegnante è determinante sull’efficacia dell’azione pedagogica; il suo carattere, la sua disponibilità, l’autorità naturale che emana, i suoi gusti, le sue passioni, sono altri elementi soggettivi , indipendenti dalle sue conoscenze e della  capacità tecnica che influisce sul risultato.

Sapere insegnare necessita la capacità di comunicare nel senso più largo, e la conoscenza dei metodi educativi. L’insegnante deve essere chiaro, preciso e coerente: l’espressione può essere orale o scritta, ma anche gestuale e comportamentale.

Questa comunicazione gli permette di mostrare, spiegare, dare dei suggerimenti, delle analisi e delle sintesi.

I metodi educativi permettono l’organizzazione delle lezioni e la scelta degli esercizi, l’uso dello spazio e del materiale, la valutazione dei successi e dei fallimenti, l’identificazione degli errori e la scelta dei mezzi per correggere.

L’insegnamento riguarda qualche cosa.

La materia insegnata può essere composta di conoscenza teoriche (sapere), di capacità pratiche ( sapere-fare) o di modo di essere (attitudine comportamentale).

La conoscenza e l’esperienza di questo contenuto sono determinanti; possiamo insegnare solo ciò che conosciamo.

L’insegnamento è rivolto a qualcuno.

La conoscenza dell’allievo è primordiale, quanto la relazione tra l’allievo e l’insegnate.

Le capacità fisiche e mentali dell’allievo, la sua emotività e la sua maturità, le basi delle sue competenze e le sue motivazioni, determineranno la scelta dei metodi pedagogici.

L’ambiente culturale, sociale e familiare, è un fattore velocizzante o al contrario inibitore, dell’azione pedagogica.

L’insieme di questi elementi determinano la capacità di apprendimento dell’allievo.

In fine, l’insegnante punta a sviluppare nell’allievo una nuova funzionalità.

La finalità dell’insegnamento e la definizione degli obbiettivi  intermedi, sono indispensabili al raggiungimento di un piano globale senza il quale l’educazione non ha senso.

Tutti questi anelli della catena di competenza, sono complementari e dovrebbero , idealmente, essere il punto più importante di qualunque insegnante.

Nella pratica, i livelli primari e secondari, dove la materia insegnata è relativamente semplice,  la comunicazione, la metodologia e la psicologia nella relazione con l’allievo  saranno invece prioritari.

Al livello superiore, al contrario,  la conoscenza e l’esperienza della materia che primeggerà, è  quanto più l’allievo, a quello livello, possiede un bagaglio sufficiente per “decriptare” il messaggio e compensare un eventuale debolezza di comunicazione.

 

Durand Frédérik