Cavalli celebri: BUCEFALO, IL DESTRIERO DI ALESSANDRO MAGNO [VIDEO]

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Un racconto che arriva direttamente dal passato, commovente come una fiaba, ma incredibilmente vero.

Narrano gli antichi che Filippo il Macedone, padre di Alessandro Magno, avesse acquistato per una notevole somma uno splendido cavallo chiamato Bucefalo, il quale, però, si rivelò ben presto indomabile. Solo Alessandro, che allora aveva appena 10 anni, fu in grado di capire quale fosse la causa di un carattere così iracondo: il destriero, infatti, era terrorizzato dai movimenti della sua stessa ombra. Con la massima calma e dolcezza, il bambino riuscì a voltarlo verso il sole, in modo tale da rassicurarlo e fargli superare la sua paura, Da quel momento in poi, tra lui e Bucefalo nacque un legame di amicizia e reciproca fiducia destinato a durare per tutta la vita.

Dopo essere cresciuti insieme, le loro avventure proseguirono sul campo di battaglia, dando vita al vastissimo impero macedone che si spinse fino ai confini dell’India. Qui, durante la battaglia dell’Idaspe, Bucefalo fu ferito a morte, ma ciononostante continuò a proteggere il suo cavaliere, fino a quando non fu conquistata la vittoria. Solo allora, egli poté morire in pace.

Alessandro rimase terribilmente addolorato da una simile perdita. Seppellì Bucefalo con tutti gli onori degni di un vero generale vittorioso e gli fu dedicato il nome di una città. Poco tempo dopo, lo stesso Alessandro Magno perse la vita.

L’amicizia tra Alessandro Magno e Bucefalo dimostra come il legame tra uomo e cavaliere non ha tempo e affonda le sue radici in epoche lontane, ma durante le quali il rispetto e la conoscenza del comportamento dell’animale erano ben più sentiti rispetto ad oggi, dal momento che grazie ad essi si poteva garantire la reciproca sopravvivenza. Al di là dell’affetto che si poteva nutrire verso il proprio compagno, infatti, avere un legame con lui significava spesso avere salva la vita in battaglia, affidandosi spesso alla sua prontezza e alla velocità delle sue gambe. Per questo era fondamentale conoscerlo in tutti i suoi aspetti, curandone l’addestramento sin dai primi mesi attraverso la dolcezza e l’attenzione al suo comportamento. A tale proposito, il greco Senofonte scrisse un trattato di incredibile modernità, esprimendo concetti che vennero recuperati solo millenni più tardi grazie a Federico Caprilli e all’equitazione naturale.

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Questo episodio non vuole essere un semplice aneddoto storico, ma anche un invito rivolto a ogni cavaliere, professionista e non, a rivolgersi in un modo più attento e consapevole verso il proprio cavallo. Al pari di Alessandro, impariamo a osservare il suo comportamento, anche nei minimi dettagli. Solo così potremo aiutarlo a superare le proprie paure, prevenire eventuali reazioni di difesa e allo stesso tempo costruire un rapporto sereno e carico di fiducia con lui. Perché in natura non esistono cattivi cavalli, l’importante è conoscere la loro lingua per riuscire a comunicare correttamente con loro.