La presenza dei cavalli in romanzi e poesie è un fatto abbastanza recente se paragonata a quella dei cavalli in elementi culturali ancor più ancestrali come la mitologia.
La figura di oggi è famosa, ed è entrata così tanto nella cultura e nei discorsi quotidiani che spesso le persone non sanno a cosa esattamente si stiano riferendo: si tratta del Pegaso.
Nel Mito
Si tratta di un cavallo alato che è tra le figure più note della mitologia greca: rappresentato come un animale puro e bianco, Pegaso nacque dal sangue di Medusa in punto di morte, quando venne decapitata da Perseo.
Secondo Esiodo il nome di questo personaggio significa “fonte, sorgente”, mentre una seconda interpretazione vede il nome come originario della lingua Luvia: in questo caso, il significato sarebbe “saetta“. Entrambe le interpretazioni sono coerenti con la storia, poiché si dice che all’inizio venisse utilizzato da Zeus per trasportare le folgori dall’Olimpo, e venne poi decapitato ed addomesticato da Bellerofonte grazie alle briglie ricevute in dono da Atena, e si trovano spesso riferimenti al fatto che una sorgente si creasse ovunque Pegaso appoggiasse gli zoccoli: uno di questi punti era l’Ippocrene (“fonte del cavallo”), sul monte Elicona, attorno alla quale le Muse si riunivano per cantare e ballare.
Nella Storia
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le truppe paracadutiste inglesi adottarono come simbolo Pegaso cavalcato da un Bellerofonte armato di lancia, a simboleggiare il guerriero che attacca dall’aria.
Durante la fase aerea dello sbarco in Normandia, la 6° divisione aerea britannica riuscì a catturare tutti i suoi obiettivi chiave prima dell’inizio dell’attacco via mare: tra questi obiettivi ce n’era uno fondamentale, ovvero un ponte sopra il Canale di Caen che da allora viene chiamato “Ponte di Pegaso” in memoria della tenacia di quei soldati.
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