Zooerastia, un argomento scabroso che giustamente smuove da sempre la nostra senisbilità. Il fenomeno, oscuro e complesso, ogni tanto emerge nei fatti di cronaca e il soggetto offeso è appunto un animale.
Non sarebbe la prima volta in cui si sente parlare di cavalli coinvolti in filmati pornografici, ma anche vittime di abusi come la cavalla violentata dal suo stalliere di recente in Sicilia, morta per emorragia a causa delle ripetute sevizie. La cavalla era persino gravida.
“E’ stata la telecamera di sorveglianza a incastrare il colpevole, il quale un giorno dimenticò di coprirla, com’era solito fare, con il cappello”, spiega Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’osservatorio zoomafia della Lav-Lega antivivisezione, che si è costituita parte civile contro l’uomo, rinviato a giudizio presso il Tribunale di Messina.
“Molti zooerasti spacciano, forse anche con se stessi, il sesso con gli animali per un atto d’amore, dimenticando come gli oggetti del desiderio siano posti in una situazione di evidente costrizione, che corrisponde a un maltrattamento vietato dalla nostra legge“, osserva Troiano, il quale racconta che in sede giudiziaria sono state accertate connessioni fra pedofili e zooerasti.
La tendenza, inspiegabile vista la gravità dei fatti, è quella di sottovalutaare gli abusi sugli animali: dobbiamo vederla sotto uno spettro più ampio, ovvero quello di violenze esercitate su esseri indifesi, terreno comune con gli abusi sui minori e donne.
In Europa le leggi a tutela degli animali contrastano con tali pratiche, ma la commercializzazione dei video pornografici dove protagonisti sono anche gli animali è concesso.
Autore: Cecilia Casadei
Fonte: Repubblica.it