L’equitazione è la difficile arte che fonde la volontà di due esseri viventi: non si può parlare dell’uno senza considerare le reazioni dell’altro.
lo scopo dell’equitazione elementare di base è quindi di creare e confermare delle regole basilari, senza le quali non esiste un lavoro vero e proprio del binomio e di conseguenza, senza le quali non si potranno raggiungere grossi risultati.
Queste regole di base sono composte essenzialmente di due punti basilari, uno riguardante il cavallo e uno riguardante il cavaliere.
Analizzando in questo caso il punto di vista del cavallo, per creare l’armonia del binomio e dare vita a un lavoro ‘di squadra’, non si può non considerare il riflesso dell’impulso, mettendolo in gioco se esiste e creandolo se invece non esiste.
Che cos’è quindi l’impulso?
Qualità prima e ultima da ricercare in un cavallo, è il primo atto di base senza cui nulla esiste, poiché alla fine, qualsiasi forma di equitazione non è che lo sfruttamento, più o meno abile, di questa qualità.
Si tratta inizialmente di creare il riflesso incondizionato del movimento in avanti a qualsiasi azione della gamba. Questo riflesso si svilupperà poi quindi, fino a diventare una caratteristica permanente del movimento del cavallo. Una volta fatto proprio, la mano del cavaliere non lo dovrà annullare, ma lo dovrà regolare e canalizzare.
Facendo un pò di ricerca sull’argomento, ho trovato una definizione dell’impulso, data dal maestro francese, il Conte d’Aure, che dice : ‘L’impulso è come il vapore. Il cavaliere tiene in mano il coperchio del bollitore e lascia sfuggire più o meno vapore, in modo che si presenti in modo costante’. Se ci si pensa, è effettivamente così!
Siamo noi stessi a regolare l’impulso e quindi la cadenza del movimento del nostro cavallo e in base a questo dobbiamo essere sempre noi che trasmettiamo l’intensità di un dato movimento o esercizio, al nostro cavallo.
‘Sotto mano, come montato, nessun lavoro può essere effettuato in carenza d’impulso.’
‘Quando si affievolisce, bisogna subito ristabilirlo prima di continuare gli esercizi, lasciando da parte qualsiasi altra cosa.’
‘Le conseguenze dell’assenza d’impulso si estendono a tutte le azioni del cavallo, che non si presentano quindi, se non impoverite, a tutti gli atti della sua condotta così che ben presto non troveranno più su che cosa esercitarvisi. Per dirla in due parole: più impulso, più cavallo.’
Da queste poche citazioni, si vede quindi che uno degli obiettivi iniziali di un cavaliere, dev’essere la conquista dell’impulso, il quale poi porta sicuramente a un lavoro più corretto, oltre che omogeneo, del binomio oltre che a una maggiore conoscenza tra cavallo e cavaliere.
Viene troppo spesso sottovalutato questo particolare nel lavoro con il nostro cavallo!
Confrontarci con il nostro istruttore, il quale potrà darci info precise per le nostre esigenze e per le esigenze del nostro cavallo, ognuno di noi potrà sicuramente puntare a un lavoro ottimale e in completa armonia con il nostro compagno di squadra!