I diversi livelli di interazione con il cavallo

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Ecco un interessante testo di Roberta Camoni, a ricordarci i vari livelli di comunicazione con il cavallo.

Roberta Camoni è laureata in Scienza Naturale con indirizzo etologico, esperta dell’ aspetto comportamentale del cavallo ed è stata istruttrice della “scuola de légèreté” di Philipe Karl.

IL CAVALLO: DA MEZZO DI TRASPORTO A MAESTRO DI VITA
“Possiamo sfruttare le conoscenze etologiche sulla comunicazione tra i cavalli per studiare il linguaggio corporeo più utile per fare una richiesta. Ma senza illuderci di diventare figure “leader” per il cavallo nel momento in cui riusciamo ad ottenere le risposte volute. Siamo all’interno di una interazione interspecifica e, sia noi che i cavalli, apprendiamo ad elaborare nuovi linguaggi per convivere, integrarci e condividere esperienze. I cavalli sanno benissimo che non siamo come loro. Imparano a conoscerci, a leggerci e imparano ad accettare regole di interazione differenti da quelle che stabiliscono con i propri simili. Ad esempio, imparano a non spingerci con il corpo, a non usare i denti nel contatto, a non calciare per difendersi. Imparano a rispettare il modo in cui gradiamo essere avvicinati, perchè così possono ricevere accudimento, attenzioni e arrivare ad una convivenza pacifica.
 
In generale, a noi umani, interessa poter arrivare a condurre un cavallo (da terra, da sella o con attacchi). Possiamo imparare a fare delle richieste costringendo il cavallo con la forza oppure utilizzando procedimenti più psicologici e persuasivi, ma di base l’intento è di riuscire a controllarne il movimento e la direzione. Possiamo restare a questo livello di comunicazione, il cavallo apprenderà i nostri codici e il loro significato e risponderà alle nostre richieste per evitare un dispendio di energia o un disagio, per accettazione o per rassegnazione e non perchè ci sceglie come sceglierebbe di seguire o di farsi condurre da un membro di riferimento del suo branco. L’interazione tra cavalli ha presupposti diversi all’interno della vita sociale rispetto all’interazione tra cavallo e uomo. Potremmo dire che il cavallo è indotto, tramite condizionamento, ad affidarsi alla conduzione dell’uomo in un nuovo contesto sociale, interspecifico appunto, al quale è legato per la sopravvivenza.
 
A livello di comunicazione, possiamo fare un passo in più e verificare come si sente il cavallo quando accetta di farsi condurre da noi, leggendo il suo atteggiamento corporeo, l’espressione facciale e la qualità del movimento. E’ arrabbiato, è in ansia, è avvilito, è assente, è rassegnato, o è felice, vivo, attento, rilassato, divertito. Attraverso la consapevolezza del suo stato d’animo, possiamo modificare la nostra modalità di interazione in modo da farlo sentire a suo agio. Non ci accontentiamo più di essere ascoltati, ma entriamo in ascolto del suo essere. Il cavallo può accettare di farsi condurre in base al legame di fiducia che instauriamo con lui e quando, attraverso le nostre intenzioni benevoli, si sente al sicuro.
 
Ad un livello più profondo, possiamo entrare in contatto con l’ identità specifica di ogni cavallo e, attraverso ciò che esprime, entriamo in contatto con noi stessi, perchè i cavalli assorbono le nostre vibrazioni e mostrano con il loro comportamento quello che emaniamo autenticamente, anche se non ne siamo coscienti. Pur avendo acquisito il linguaggio per indurlo a seguire la nostra volontà, se la nostra vita è caratterizzata da insicurezza e paura di fondo, condurremo un cavallo insicuro e spaventato. Se siamo esseri impazienti, arrabbiati, irritati o frustrati, condurremo un cavallo recalcitrante. In entrambi i casi, il cavallo non può decidere volontariamente di affidarsi alla nostra guida, anche se sussiste un legame affettivo o un rapporto di conoscenza e confidenza. Quindi, apprendere una comunicazione chiara per farci comprendere, è fondamentale, ma, per potersi affidare a noi, il cavallo ha bisogno di un autentico equilibrio sia fisico che psico-emotivo, da parte nostra. A questo livello di interazione, ascolteremo ciò che il cavallo ci manifesta che riguarda noi e avremo l’opportunità di affrontare un percorso interiore per lasciar andare ciò che ci destabilizza nella vita. Se già diventiamo leader di noi stessi, il cavallo può scegliere di affidarsi a noi, almeno in determinati contesti.
 
Ad un livello superiore riconosceremo che il cavallo ha un’anima che desidera entrare in contatto con la nostra anima, e non avremo più il bisogno di avere il controllo sull’altro o imporre all’altro la nostra volontà, ma desideremo integrarci e comunicare per entrare in contatto per un bene comune più elevato, che ci permette di arrivare al nucleo del vero sè che non ha più bisogno di aggrapparsi a nulla per esistere, che ci permette di entrare nella magia dell’unione e dei messaggi della dimensione spirituale.”
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