Prosegue anche questa settimana di aprile il nostro appuntamento giornaliero con la rubrica dedicata a tutti gli appassionati di cavalli e di film/serie tv.
Dopo Free Rein, la serie di Windstorm, Rodeo&Juliet, The World We Make, Rock My Heart, Walk. Ride. Rodeo, A Sunday Horse, Charley Thompson, The Rider – Il Sogno di un Cowboy, The Horse Boy, Emma’s Chance, Race to Win/Race to Redemption, L’uomo che sussurrava ai cavalli, War Horse, Seabiscuit – Un mito senza tempo, Dreamer – La strada per la vittoria, Cavalli, Un anno da ricordare, la trilogia di Flicka, Black Stallion, Spirit-Cavallo Selvaggio, Oceano di fuoco – Hidalgo, Gran Premio (National Velvet), Jappeloup, Ride Like a Girl, Being AP, The Derby Stallion, Senza Controllo, Cowgirls ‘n Angels (Cowgirls n’ Angels), Wildfire e Storie di cavalli e di uomini, oggi consigliamo Il cavallo di Torino.
“Il cavallo di Torino” è un film del 2011 diretto da Béla Tarr e Ágnes Hranitzky. La pellicola, ispirata ad un episodio della vita di Friedrich Nietzsche, è stata premiata con l’Orso d’argento al Festival di Berlino.
TRAMA:
“All’uscita dalla sua abitazione di Torino, il 3 gennaio 1889, il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche vede un vetturino frustare il suo cavallo ostinato, che rifiuta di muoversi. Nietzsche rimane impressionato dalla violenza dell’uomo e dalla sua volontà di dominare il mondo. Si precipita a fermare il vetturino e singhiozzando abbraccia il cavallo. Il proseguimento del film si collega a questo aneddoto, chiedendosi quale possa essere stato il destino dell’animale.
Un vetturino con un cavallo torna nella sua abitazione di campagna, dove lo aspetta la giovane figlia. Il vento incessante tormenta le loro giornate, che passano tra la monotonia e la pesantezza della loro misera esistenza. Sembra che i protagonisti siano rassegnati, non arriverà mai qualcosa che possa cambiare la loro vita. Un conoscente passa per la loro abitazione e dichiara che la città vicina è in rovina. Denuncia che gli uomini meschini e subdoli hanno corrotto il mondo con le loro azioni e hanno avvelenato la terra; gli uomini nobili e eccellenti si sono estinti, la loro esistenza non ha senso in un mondo in cui l’avidità umana non ha limiti.
Un gruppo di zingari si avvicina alla casa, attinge dell’acqua dal pozzo e vorrebbe portar la ragazza via, con loro. Essi rappresentano la voglia di libertà, il desiderio di fuga verso un mondo migliore, ma non vi è alcuna speranza e il lento deperire di tutto quello che li circonda è una specie di ribellione della natura nei confronti dell’immoralità dell’uomo. Il cavallo smette di nutrirsi, il pozzo si secca, la brace finisce, la luce del sole si spegne.”
DOVE VEDERE I FILM